Portici, commesse pagate con i voucher a Bolzano
Segnalazione ad Inps e Ispettorato per un negozio che offre un inesistente «contratto-voucher». I sindacati: palese abuso
BOLZANO. In tema di voucher gli abusi sembrano davvero non finire mai. L’ultima notizia - per la quale è già partita una segnalazione all’Inps di Bolzano e all’Ispettorato del lavoro - riguarda un negozio di articoli per bambino del centro che espone senza problemi un cartello in cui cerca «un’addetta alla vendita-commessa con contratto voucher». Indignati, ovviamente, i sindacati che definiscono questa proposta «truffaldina», «oltre che un palese abuso».
«Per sua natura - sottolinea Toni Serafini, segretario provinciale della Uil - il voucher non è un contratto. Il lavoratore, non a caso, non firma alcun accordo con il datore di lavoro ma deve solo offrire la prestazione. Il commerciante che ha esposto quell’annuncio farebbe bene a toglierlo».
Si tratta, se non altro, della prova che i voucher, non vengono utilizzati solo nei megastore cittadini, ma anche sotto i Portici. «Per un voucher di 10 euro - ricorda Serafini - al lavoratore ne restano 7,50 puliti». Degli altri 2,50 euro il 13% va all’Inps, il 7% all’Inail e il 5% all’Inps a titolo di costi di gestione. «Ricordiamo inoltre che i contributi previdenziali per i “voucheristi” sono quindi solo il 13% a fronte del 32,7% degli altri lavoratori: stagionali, a tempo determinato e a tempo indeterminato».
E, quindi, perché un negoziante, in questo caso, dovrebbe stipulare un contratto a tempo determinato full-time con tutti gli oneri e i costi che ciò comporta (13esima, 14esima, Tfr, ferie, malattia, maternità, contribuzione, disoccupazione, tasse, ecc.), se può chiamare un “voucherista” e pagarlo 7,50 euro l’ora senza costi aggiuntivi? «È chiaro che la domanda è retorica, in quanto la risposta va da sé e i dati sull’impennata di utilizzo dei voucher anno dopo anno lo dimostrano». Ancora più duro Maurizio Surian, segretario provinciale del commercio della Cgil: «Certi datori di lavoro non hanno più ritegno. Ormai si è superata la decenza. Il contratto-voucher, poi, non esiste nemmeno: chi ha esposto quel cartello ha messo nero su bianco una proposta palesemente ingannevole. Ecco perché attiveremo subito Inps e Ispettorato. Si gioca sulla scarsa conoscenza delle norme da parte di persone che hanno assoluto bisogno di lavorare. E si fanno ricattare con i voucher».
A livello nazionale i voucher sono passati dai 536 mila del 2008 agli oltre 115 milioni del 2015. «In Alto Adige - conclude Serafini - sono stati venduti, nel primo trimestre 2016, 737.746 voucher. Bolzano è la sesta provincia in Italia come quantità assoluta, ma in rapporto alla popolazione è prima, ma è un primato che non ci piace».
Se poi c’è persino chi spaccia i voucher per un contratto...