Poste, consegna nel caos Il portalettere non c’è più 

La protesta. Fioccano le proteste per gli errori e i ritardi in molti quartieri della città Boratti (UIlpost): «La riorganizzazione è appena partita, ma la situazione non è affatto rosea»



bolzano. Poste Italiane, bufera senza fine. Continuano ad arrivare senza sosta, infatti, le proteste dei cittadini, infuriati per i ritardi o addirittura per la mancata consegna della posta. E proprio dell’assenza dei postini si lamenta una nostra lettrice. «Da più di una settimana qui a Bolzano, in via Palermo, non riceviamo la posta e fino a oggi non si è più visto un portalettere. Praticamente da quando con inizio marzo, la direzione postale si è decisa a toglierci la nostra brava portalettere». All’improvviso, insomma, lettere e avvisi (che spesso sono importanti) non arrivano più. Ma oltre al disagio, la gente deve far fronte ad un altro problema, altrettanto irritante: non sapere a chi chiedere spiegazioni sulla misteriosa sparizione dei portalettere, non sapere con chi protestare per un disservizio tutt’altro che secondario. «A chi ci dobbiamo rivolgere – continua, furente, la bolzanina – per sapere dove rimane la nostra posta, perché telefonando al numero del responsabile per i portalettere, in via Resia, appena si fa il numero di telefono cade subito la linea, e anche al numero degli uffici delle poste in Centro, non risponde nessuno. Una cosa non riesco a capire, perché la politica locale, e in primis il presidente Kompatscher, se ne stia in disparte e non faccia niente per cambiare qualcosa, perché non è solo da ieri che alle poste c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe funzionare, e non è sicuramente la colpa dei portalettere, che già in passato hanno sempre dovuto fare i salti mortali, ma bensì dei signori che dettano dall’alto e creano una confusione che non ha eguali».

«Il 4 marzo è partita anche da noi la riorganizzazione del sistema di recapito, già introdotta a livello nazionale – spiega Gian Paolo Boratti, segretario provinciale di Uilpost – ed è possibile che in questa prima settimana ci siano stati dei problemi e dei disagi. Certo è che la situazione non è rosea ed è un dato di fatto. Anche perché non si riescono a trovare persone, non si riescono a trovare postini. Adesso qualcosa dovrebbe cambiare con l’assunzione a tempo indeterminato dei portalettere che stanno lavorando per Poste italiane già da diversi mesi». Di fronte a simili disagi, la Provincia può intervenire in qualche modo? «La Provincia – continua il segretario – ha firmato un protocollo d’intesa con Poste Italiane, con la promessa di alcuni servizi migliorativi per l’Alto Adige, ma per quanto riguarda il personale la Provincia non può intervenire». Cosa accade adesso, allora? «Siamo partiti con gli ultimi centri il 4 marzo – rivela Boratti – e siamo d’accordo con i vertici aziendali che troveremo entro l’11 aprile per fare un punto della situazione perché, nelle località in cui la riorganizzazione è partita già a febbraio, la situazione era diversa perché gli orari erano diversi. Siamo riusciti ad anticipare l’orario dei postini di un’ora ed è stato un buon risultato». E anche su questo fronte l’Alto Adige mostra delle caratteristiche uniche. «Poste Italiane registra un sensibile calo della corrispondenza nel resto d’Italia – spiega Boratti mentre da noi non è affatto così, per vari motivi. E non dimentichiamo che in certe zone, come in val Venosta, dove non c’è nessuno che vuol fare il portalettere. Sarà per gli stipendi poco allettanti, sarà perché il tasso di disoccupazione è bassissima e i ragazzi hanno possibilità di scegliere».

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