Prati del Talvera, una storia tutta da leggere

Dalla «Wassermauerpromenade» del 1905 alla risistemazione del greto a partire dal 1970. L'improvvisazione "feconda", poi gli interventi di Provincia e Giardineria comunale


di Renzo Segalla


BOLZANO. Prati del Talvera: non si tratta di ciò che resta dell'area, retrostante al Monumento ai Caduti, dell'originario Parco Talvera, aperto, rinnovato, nel 1901, subito dopo la ricostruzione, nel 1900, in struttura, al posto di quella di legname, metallica(trionfo dell'acciaio – torre Eiffel) dell'attuale ponte Talvera, nell'allora comune di Gries, che fu unito a Bolzano nel 1925.

Si tratta dell'area golenale, a sinistra e a destra, del corso d'acqua, dopo la sistemazione idraulica, attuata dalla Azienda speciale dei bacini montani da marzo a giugno del 1973, in base al progetto elaborato dal sottoscritto, ingegner capo dell'Ufficio tecnico comunale, in collaborazione con il direttore dell'Azienda, Ernst Watschinger.(1)

Originariamente, nell'area golenale destra, in corrispondenza a ITI e ITC di via Cadorna, erano stati reperiti gli spazi per i due campi sportivi, per il gioco del calcio, dopo la chiusura di quelli della Lancia. La progettazione, nel 1970, fu affidata, dietro debito compenso, da parte dell'assessorato comunale alla pubblica istruzione e allo sport, all'ing. Michele Lettieri, professore di topografia all'Istituto per geometri. Il quale, avvalendosi delle prestazioni del proprio assistente, geom.Primo Turato, pure debitamente compensate, dispose che gli allievi si esercitassero in operazioni di campagna, provvedendo al rilevamento del greto del/della Talvera.

Greto che, dopo la costruzione, nel 1904, della”Wassermauerpromenade”, inaugurata il 1° ottobre 1905, sulla sponda sinistra dell'impetuoso torrente(piena del novembre 1924 con danni al muraglione), fungeva, in caso di piena da vaso di espansione, come riportato nel testo di costruzioni idrauliche della Università di Padova, alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso.

Una poderosa briglia selettiva, atta a trattenere il materiale solido, venne costruita e ultimata nei primi giorni di aprile 1973, in località Sarner Toni, a monte di Castel Roncolo, per opera dell'Azienda bacini montani, competente allora il Genio Civile. Il quale poté così dare il proprio benestare per la costruzione dei due campi sportivi, a condizione che, a loro protezione, venisse incanalato il corso d'acqua. Vi fu un'intesa con il 2° Reggimento Genio del IV Corpo d'Armata, con il quale venne stipulata l'apposita convenzione con il Comune.

I militari scesero con i loro automezzi e tipo di escavatrici, di cui erano dotati, e provvidero, nel 1971 fino al maggio 1972, a sistemare l'area destinata ai due campi sportivi e a formare il canalone a protezione degli stessi, sotto la guida del prof. ing. Lettieri:”Scavavano, spostavano secondo come era loro indicato. E l'entusiasmo, il valore di questo”concorso” porta a rimpiangere che i militari non abbiano collaborato anche nella seconda parte dei lavori, che non abbiano completato un'opera che, nella voce popolare, era ormai indicata come loro merito”(2)

Nel frattempo le competenze sul torrente stavano passando dal Genio civile alla Provincia Autonoma di Bolzano. La quale rappresentò al Comune l'esigenza di un progetto definitivo. Fu elaborato, tenendo conto della velocità e della pendenza nello stabilire l'andamento planimetrico e altimetrico: ne è risultato un andamento “sinuoso” e un profilo modificato, al fine che non ci sia apporto e asporto di materiale, dalla costruzione di una ventina di soglie di fondo curvilinee, allo scopo di mantenere, per quanto possibile, la corrente in centro lontano dalla sponda, formata da una scarpata a scogliera, una difesa idraulica, costituta da massi di pietrame e funi di acciaio, ancorate; nell'interstizio dei massi furono messe a dimora talee di salice, ora diventate piante, frammiste a ontani, che ornano di verde le sponde del corso d'acqua.

Intanto erano sorte delle controversie tra il Comune di Bolzano e il Genio civile sul progetto esecutivo elaborato, secondo regole empiriche(dedotte dall'ing. Farque in seguito a osservazione fatta per 45 anni circa sulla Garonne), aderendo anche agli indirizzi degli architetti incaricati per la rielaborazione del piano regolatore, Piccinato e Winkler. Il “contrasto” è rientrato al termine della riunione, a Venezia, presso la sede del Magistrato alle Acque, avvenuta martedì 20 marzo 1973. Così poterono essere ripresi i lavori di sistemazione idraulica, sospesi dal Genio civile, e terminati il mercoledì 30 maggio 1973.(3)

E il martedì 12 giugno 1973 gli operai della Giardineria comunale, sotto la direzione del valente esperto, più volte premiato alla mostra di Genova, Gildo Spagnolli, iniziarono a ricoprire di terra vegetale quanto l'Azienda dei bacini montani aveva sistemato: così la golena sinistra del Talvera cominciò a diventare oasi di verde, potendo passare, complessivamente, da 0,80 mq a 2,85 mq di verde per ogni abitante. Oggi si trovano spazi attrezzati per dimostrazioni sportive e feste popolari, campi sportivi(minigolf, pallavolo, bocce, pista di schettinaggio) , strutture dedicate ai/alle bambini/e( scivolo, altalene).

Non altrettanta buona sorte ebbe la golena destra, ove vi fu, in seguito, una”prolificazione” di campi sportivi, tale che da due si triplicarono, diventando una zona sportiva (riserva di caccia, nemmeno un campo libero a uso pubblico); si installò una selva di colonne metalliche per i corpi illuminanti, che uniti agli striscioni pubblicitari, applicati alle reti di recinzione interrompono la “dolce vision” della conca del Guncina -San Giorgio, penalizzando i/le cittadini/e, che intendono effettuare una passeggiata, dalla presenza di una corsia ciclabile. Nel poco spazio rimasto vi è una specie di “tratturo” segnato dai pedoni, frammisto a un percorso-vita.

Viene così disatteso lo sforzo compiuto al fine di conciliare le esigenze paesistiche con quelle della sicurezza idraulica. Ma si può e si deve migliorare con adeguate piantagioni e appropriati interventi di giardinaggio(6). Città e campagna nella nostra storia sociale e economica non vanno viste separate; specialmente in questo tratto; sarebbe un errore perché da sempre rappresentano due componenti della società in continua connessione e mutuo rapporto.

Una interrelazione che ha permeato abitudini e vita quotidiana della gente della città di Bolzano e dei suoi dintorni. Un rapporto che ha segnato per secoli la vita di questa parte città. Non soltanto, ma ha anche determinato valori ambientali, tradizioni, scansioni stagionali, le feste, le manifestazioni popolari; ha modellato questo nostro territorio, ha disegnato, in questa parte, buona parte del paesaggio urbano. Ancora una volta il paesaggio, estrema sintesi tra geografia e storia, fondamentale archivio della nostra vicenda umana, che non è solamente un valore estetico, pure prezioso, ma è anche il racconto che continuamente si aggiorna e muta del nostro grado di civiltà.

E la componente agricola delle pendici, che incorniciano Bolzano, è determinante, perché il bello o il brutto che si osserva e si percepisce sono la prova di una armonia o disarmonia che, in concreto, testimonia e comunica il grado di benessere e di civiltà di una comunità. Il nostro tempo è da molti anni contrassegnato da uno squilibrio, quasi una rottura del rapporto tra città e campagna che era stato, per secoli, l'esempio di un equilibrio funzionale e naturale, quando i contadini, con il classico grembiule azzurro, il sabato scendevano dai masi in città. Ora registriamo segnali di moderata, parziale e ragionevole inversione che può generare nuova armonia di salute, culturale, turistica e anche economica, in un dialogo fra due mondi di lingua e cultura diversa, in cerca di nuovi equilibri di convivenza.

Così come auspicava il compianto vicesindaco e assessore, avv. Hugo Gamper, che nel verbale di deliberazione del Consiglio comunale sulla sistemazione idraulica del torrente Talvera, nella seduta del 16 marzo 1973, auspicava che”il Talvera deve diventare finalmente un anello di congiunzione tra la vecchia città commerciale e il Comune di Gries” e”un anello di congiunzione verso la città nuova, perché, quando il progetto del Talvera sarà terminato e la passeggiata sarà prolungata, si potrà praticamente “passeggiare” dal ponte Roma fino al Castel Roncolo. Dunque è un anello di congiunzione tre i vari rioni cittadini e torna a profitto per tutta la città e non soltanto di una parte.”(4) Spetta alla amministrazione in carica adempiere quanto lasciato incompiuto quasi quaranta anni or sono.

“Suum cuique/ A ciascuno il suo” direbbe l'avvocato Hugo Gamper che amava gli aforismi latini.(5)

Nei pressi della prima panchina di pietra della passeggiata lungotalvera sinistra, su uno del mucchio di massi arrotondati dal continuo rotolamento si legge la seguente scritta nelle due lingue:

A RICONOSCENZA

DELLE PRESTAZIONI

DEL II REGGIMENTO GENIO

DEL IV CORPO D?ARMATA

E DELL'AZIENDA SPECIALE BACINI

MONTANI PER LA SISTEMAZIONE

DEL LETTO DEL TALVERA.

LUGLIO 1974

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Note:

(1) relazione tecnica di calcoli idraulici di 14 pagine di data 20 febbraio 1973 e successiva appendice di verifica di 17 pagine di data 26 marzo 1973 + i corrispondenti grafici;

(2) quotidiano Alto Adige di mercoledì 4 aprile 1973 pag.5 e martedì 12 giugno 1973, pagina 7;

(3) quotidiano Alto Adige di mercoledì 21 marzo 1973, pag. 4 ; e pag. 8 del 18 aprile 1973 e pag. 5 di mercoledì 30 maggio 1973.

(4) verbale di deliberazione N° 45 del 16 marzo 1973, Prot.10417 del Consiglio Comunale.

(5) quotidiano Dolomiten di venerdì 10 aprile 2012, pagina 8 Leserbriefe- Talferverbauung

“Ehre,wem Ehre gebuehrt” del Dr. Ernst Watschinger ;

giornale Tageszeitung di giovedì 10 maggio 2012”Ein Schwindel”.

(6) quotidiano Alto Adige di domenica 27 maggio 2012 pagina 32: l'intervento di Renzo Segalla

“La passeggiata tra bici e pedoni”













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