Premio all’ex dinamitardo, ad Egna si spacca la giunta

Josef Fontana ha fatto parte del «Bas» e ha trascorso anche alcuni anni in carcere Volkspartei e Bündnis a favore, Pd e lista civica @EgnaNeumarkt contrari


di Massimiliano Bona


EGNA. Ancora scintille in consiglio comunale tra i partiti della super-coalizione. Questa volta a dividere giunta e consiglio, con una spaccatura anche etnica, è stata la decisione di due alleati su quattro di concedere l'onorificenza a Josef «Pepi» Fontana, 79enne membro del Bas (il comitato per la liberazione del Sudtirolo), un'organizzazione terroristica fondata nel 1956 da Sepp Kerschbaumer. Scopo del movimento era l'autodeterminazione dell'Alto Adige, attraverso la secessione dall'Italia e l'annessione all'Austria. Fontana è stato anche incarcerato per aver partecipato alla "Notte dei fuochi", nell'ambito di una serie di attentati che contribuirono a seminare il terrore in provincia di Bolzano. Durante gli anni trascorsi in cella si mise a studiare e nel 1970 ottenne il diploma di maturità a Salisburgo. Negli anni successivi ha studiato germanistica, storia e filosofia ad Innsbruck e dal 1977 al 1999 ha firmato diversi libri sulla storia del Tirolo, soprattutto nel periodo compreso tra il 1800 e il 2000. L'onorificenza è stata proposta da Bündnis Neumarkt, la lista civica tedesca guidata da Franz Simeoni, ma la scelta è stata condivisa anche dalla Volkspartei. Contrari, invece, i due partiti italiani: sia il Pd che la lista civica @EgnaNeumarkt. Astenuta, invece, Patrizia Coletti del gruppo consiliare Forza Italia-Lega.

Il sindaco Horst Pichler, sorpreso almeno in parte dall'accesa discussione tra destra tedesca (Bündnis) e destra italiana (Pizzaia di @egnanrumarkt), difende l'onorificenza con motivazioni comunque destinate a far discutere.

«Questo tributo è stato concesso a Fontana per il suo apprezzata lavoro in ambito storico e culturale. Ha scritto un libro su Egna e anche sulle associazioni. Certo, 50 anni fa ha fatto parte del Bas ed è anche finito in carcere per gli attentati. Non ha mai cercato di colpire le persone e non ce l'aveva con gli italiani di questa terra. Ma con il Governo. Da allora, dal punto di vista politico, si è defilato»».

Contrario Alessandro Borsoi (@EgnaNeumarkt): «Se un ente pubblico deve dare un’onorificenza deve valutare l’intero percorso di una persona e non solo una parte della sua vita. E questa regola dovrebbe valere per tutti». Seppur contrario il vicesindaco Alex Pocher ha spiegato in consiglio il suo punto di vista: «Chiunque gode dell'Alto Adige di oggi deve qualcosa anche a queste persone che, con metodi che non possiamo condividere, hanno contribuito però ad edificare l'Alto Adige odierno. Però queste persone, nell'intraprendere quella strada, sapevano di porsi fuori dal sistema democratico ed hanno accettato di pagarne le conseguenze perché convinti delle loro idee. Noi oggi, siamo qui per conferire un’onorificenza come rappresentanti di una parte di quella istituzione che hanno combattuto, ad una persona e non ai suoi libri e credo che non possiamo trascurare una parte significativa della sua vita nel premiarlo, anche perché, non mi risulta, abbia mai preso le distanze da quanto successo. Presupposto minimo per concedere l’onorificenza sarebbe l'aver costruito una storia condivisa, obiettivo nel quale la politica ha fallito». La gran parte della comunità italiana di Egna non ha gradito. Oggi Fontana è una persona rispettabile e un valido storico (apprezzato soprattutto dalla destra tedesca: dagli Schützen all’Heimatbund) ma da qui a decidere di concedergli un’onorificenza ce ne passa. Un autogol, dunque, anche in termini di consensi.

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