Prezzi: l’inflazione annua sale a più 1,6% 

Gli aumenti registrati a Bolzano più alti che a livello nazionale ed europeo. Ctcu: «All’origine c’è il costo delle aree» 



BOLZANO. Brutte notizie per i consumatori: l’inflazione torna a salire. E in Alto Adige più che nel resto d’Italia. Non è una novità ma una tendenza ormai consolidata.

A dicembre 2017, nel Comune di Bolzano l'indice generale dei prezzi al consumo per l'intera collettività - Nic con tabacchi - è salito dell’ 1% rispetto allo scorso mese di novembre, mentre rispetto a dicembre 2016 segna +1,6% (a novembre questo valore era ancora pari a +1,8%), contro il più 0,9% che è la variazione tendenziale registrata a livello nazionale e l’1,4% a livello europeo.

Anche i corrispondenti valori dell'indice Nic senza tabacchi, registrati nel Comune di Bolzano questo mese sono rispettivamente: +1% e +1,6%.

Il maggiore incremento congiunturale (cioè rispetto al mese scorso) si registra a dicembre nella divisione Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,1%), seguita dai trasporti (+1,7%), ricreazione, spettacolo e cultura (+1,6%) e altri beni e servizi (+0,3%). Invariati rispetto allo scorso novembre sono i settori abbigliamento e calzature, abitazione, acqua, energia e combustibili, comunicazioni e istruzione, in ribasso appaiono invece i prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,2%).

La ristorazione. Il maggior incremento tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell'anno precedente) si registra a dicembre nei Servizi ricettivi e di ristorazione (+3,2%), seguiti dalle divisioni trasporti (+3,0%), prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,8%), abbigliamento e calzature e Servizi sanitari e spese per la salute (entrambi +1,5%).

In ribasso rispetto a dicembre 2016 i settori istruzione (-14,4%), comunicazioni (-1,6%) e abitazione, acqua, energia e combustibili (-0,4%).

Entrando nel dettaglio è interessante vedere come, nel confronto fra quest’anno e l’anno scorso, l’inflazione per quanto riguarda i prodotti alimentari e le bevande sono aumentate in media dell’1,8%, ma ci sono prodotti che hanno avuto variazioni molto forti. Ecco qualche esempio: si parla di un più 14% per il burro e del 7,9% per l’olio d’oliva, 5,3%per la carne ovina e caprina. Rispetto al dicembre del 2016, nel mese che ci siamo appena lasciati alle spalle, è costato di più - e salvo miracoli sarà così anche nei prossimi mesi - andare dal calzolaio a farsi riparare le scarpe (+4,3%); saliti i prezzi dell’abbigliamento maschile in particolare (+3%) e dell’abbigliamento in genere (+1,4%).

Si spende di più per riscaldare le abitazioni (+3,1%), per il gas (+1,5%), per i servizi idraulici (+2,7%).

I consumatori. «L’inflazione - commenta Walther Andreaus, direttore del Centro tutela consumatori - torna ad alzare la testa e i consumatori devono stare attenti. In queste situazioni quando si va a fare la spesa è importante confrontare i prezzi. Un consiglio questo che vale ovunque e in particolare in una realtà come quella di Bolzano, dove il costo della vita è uno dei più alti d’Italia. Ed è inutile sperare in un’inversione di tendenza».

E questo come si spiega?

«Tutto parte dal costo dei terreni che in Alto Adige sono, per usare un eufemismo, alle stelle. Questo ha conseguenze su tutto: dal prezzo delle abitazioni a quello degli affitti degli appartamenti, ma anche dei negozi e di riflesso sui prodotti o sui servizi offerti. Per questo, nell’ambito della discussione sulla nuova legge urbanistica provinciale, avevamo chiesto venisse previsto un aumento degli oneri di urbanizzazione a favore dei Comuni, a carico dei proprietari. Ma la nostra proposta non è stata accolta ».

Le famiglie. «La ripresa del tasso di inflazione ha avuto effetti diretti sulle tasche degli italiani - spiega il presidente Carlo Rienzi, presidente dell’associazione consumatori nazionale Codacons - in quanto ha causato un maggiore esborso nel corso del 2017 mediamente pari a più 364 euro a famiglia».

«Per i prossimi mesi - aggiunge il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli, commentando i dati Istat - c'è qualche elemento di preoccupazione a causa degli incrementi annunciati per quanto riguarda le bollette di luce e gas e i trasporti (autostrade, ecc). L'inflazione potrebbe risalire, ma si tratterebbe di un rialzo dei prezzi negativo, cioè non determinato dalla tensione del rapporto tra domanda e offerta a favore della prima, bensì da una serie di aumenti destinati a ridurre il potere d'acquisto delle famiglie e quindi a diminuire il già debole impulso alla ripresa dei consumi».













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