Primarie Pd, gelo sulla proposta Di Fede

Riparte lo scontro interno. Bizzo: «Ce le hanno negate, ora le scoprono. Si dimetta». Cauto Costa, segreteria a favore



BOLZANO. Il prossimo candidato sindaco di Bolzano andrà scelto con le primarie: la proposta è della segretaria del Pd Liliana Di Fede. Solo pochi mesi fa il Pd si divise a metà, e alla fine vennero negate le primarie chieste dal gruppo di Roberto Bizzo, con Bizzo stesso che avrebbe sfidato Spagnolli. «Richiesta provocatoria, fuori tempo massimo», venne detto. Ora è la stessa Di Fede che lancia le primarie. Reazioni fredde tra i bizziani e anche nella stessa maggioranza, di cui la segretaria fa parte. Nel Pd scricchiolano le consolidate alleanze. Con Liliana Di Fede si schierano la segreteria e, tra gli altri Sandro Repetto e Chiara Pasquali. Carlo Costa, già coordinatore della campagna elettorale del Pd, è cauto: «È prematuro parlare di primarie. Sono uno strumento importante, ma si devono capire le regole con cui vengono organizzate, visto che in passato ci sono stati problemi». Nel Pd si dice che una parte dei big vogliano evitare le primarie. Costa in qualche modo conferma: «A Roma stanno preparando un nuovo regolamento, con i casi in cui sono richieste e quelli in cui non sono necessarie. Per quanto mi riguarda, trovo più urgente discutere di come il Pd di Bolzano debba tornare a sentire la città». La Lega ha iniziato la campagna elettorale nei quartieri, CasaPound non si è mai mossa. Il rischio è che ancora una volta le zone popolari vengano «coltivate» solo da destra e centrodestra.

Roberto Bizzo ha gioco facile nel recitare il ruolo della Cassandra: «Hanno fatto di tutto per impedirci di organizzarle, ora la segretaria scopre le primarie. È ovvio che le primarie andranno fatte, ma non le puoi lanciare dopo avere distrutto il centrosinistra. Siamo in mezzo alle macerie». Roberto Bizzo chiede le dimissioni della segretaria. La minoranza del Pd ha iniziato a pensare a una mozione di sfiducia contro Liliana Di Fede già dopo il flop elettorale di maggio. Si è aggiunto ora il commissariamento di Bolzano. La minoranza non ha i numeri nella assemblea provinciale per fare approvare la mozione. Il tema di eventuali dimissioni è stato toccato anche nell’editoriale di ieri del direttore Alberto Faustini. Così Bizzo: «È impensabile che la segretaria non si sia ancora dimessa. Ha perso Laives, siamo andati male a Merano, e a Bolzano c’è il caos. I responsabili del disastro del Pd si facciano da parte. Hanno cercato di sostituire gli ecosociali con Elena Artioli e non ha funzionato. Ripartiamo dal centrosinistra con gli ecosociali e allarghiamo a civiche e centro». In realtà Liliana Di Fede in maggio, dopo la sconfitta a Laives, aveva proposto le sue dimissioni, anche se non lo ha mai detto pubblicamente. Le è stato chiesto di restare, perché la successione va preparata (e di nuovo il tema è: con primarie o no?). Di Fede è rimasta, ma ha deciso di farsi affiancare dalla nuova segreteria. E dalla segreteria ieri è stata difesa. Così invece Carlo Bassetti della segreteria: «Brava Liliana. Ha fatto bene a proporle, dando magari fastidio a chi pensa che il Pd debba restare il luogo dei potentati dell’ex Ds ed ex Margherita».Nel pomeriggio arriva una nota di tutta la segreteria (Bassetti, Huber, Marino, Mazzardis, Ngukaj, Schatzer, Zanotti): «C'è bisogno di innovazione, di coraggio, di fiducia e la segreteria Pd è compatta a sostegno di questa posizione. No al Pd delle liti e delle recriminazioni e un convinto sì al Pd del futuro, sì al coinvolgimento degli elettori in tutte le scelte che andremo ad assumere. Al fronte della conservazione noi rispondiamo con l'innovazione e l'apertura, col programma partecipato e le primarie aperte: cambiare passo per intercettare il fututo». GelidoMauro Randi, presidente del Pd ed ex assessore: «Si è dimessa la giunta, il Comune è commissariato: chi ha deciso la linea per le elezioni può restare al proprio posto?». (fr.g.)

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