Prime case: manca un registro degli appartamenti

La legge provinciale lo prevede espressamente dal 1999 Carbone (Pd): potrebbe esserci un danno erariale


di Giuseppe Rossi


MERANO. L'amministrazione comunale non sa quanti alloggi per l'edilizia convenzionata siano stati realizzati dal 1999 a oggi. Ma non sa neppure quanti di questi appartamenti siano oggi regolarmente occupati o liberi. A tredici anni dall'entrata in vigore della legge provinciale che favorisce la costruzione di appartamenti da vendere o affittare a chi cerca prima casa, il Comune di Merano non ha ancora istituito il pubblico registro degli alloggi convenzionati previsto dal comma 11 dell'articolo 79 della legge istitutiva. Un elenco che dovrebbe raccogliere la radiografia dell'edilizia convenzionata aggiornata a oggi, che non esiste.

Gli alloggi. Di contro invece è certa la presenza di 1.200 alloggi sfitti e di altri 300 in cantieri aperti. Ma Merano è in buona compagnia perchè poche, pochissime amministrazioni sul territorio altoatesino hanno adempiuto a questa disposizione contenuta nella legge del 1999. Il risultato è che nessuno sa quale sia realmente in città il fabbisogno di prime case e, questo è il dato ancora più grave, se gli appartamenti dichiarati dai costruttori edili come realizzati secondo le regole dell'edilizia convenzionata siano stati effettivamente venduti o siano occupati in affitto da persone aventi diritto. La conseguenza è la mancanza di controllo e di vigilanza in un settore ad alto spessore sociale. Unica soluzione per rimediare a questa falla pubblica è quello di risalire indietro nella storia urbanistica di Merano e mettere in fila uno dietro l'altro tutti i singoli atti di convenzionamento sottoscritti dal Comune con le imprese di costruzioni. Un lavoro mostruoso, senza il quale non si avrà un reale monitoraggio del fabbisogno di prime case in città.

La legge. La legge del 1999 concede ai costruttori una agevolazione, oggi stimabile in 50 euro al metro cubo (ad esempio 10 mila euro per un appartamento da 80 metri quadrati) sui costi di costruzione che devono pagare al Comune al momento del rilascio della concessione edilizia. Lo sconto però è valido se l'appartamento, una volta ultimato, viene venduto a un proprietario che lo andrà a occupare come prima casa o che lo affitterà a una persona che lo trasformerà in propria residenza primaria. Se questo non accade il costruttore può essere chiamato a pagare la differenza. A questo si aggiunge un altro dato significativo. La legge urbanistica del prevede che nelle zone di espansione il 55 per cento della cubatura venga destinato all’edilizia agevolata e un altro 20 per cento sia destinato ad edilizia convenzionata. Nelle zone di completamento invece all'edilizia convenzionata è riservato addirittura il 60 per cento della cubatura. Questo significa che in 13 anni sono centinaia gli appartamenti costruiti seguendo questa normativa agevolata.

L’interrogazione. Sull'argomento la consigliere comunale del Partito Democratico Vanda Carbone nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione al sindaco Januth. Tre le richieste: quanta sia la cubatura realizzata dal 1999 a oggi in regime convenzionato, se esista il registro e se la mancata istituzione di tale registro non comporti il reato di mancata vigilanza da parte dell’amministrazione comunale sul rispetto della normativa vigente con relativo danno erariale. Una serie di quesiti spinosi ai quali la giunta dovrà cercare di dare una risposta convincente.

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