Primo bazar dell’Est in viale Druso

È gestito da una donna ucraina e terrà aperto la sera fino alle 22



BOLZANO. Un mini market aperto tutti i giorni fino alle 22, senza giorno di riposo e senza soluzione di continuità dalle 6.30 di mattina. Fino a qualche anno fa pura fantascienza per Bolzano, roba da metropoli. Niente di più distante dalla filosofia altoatesina, dove anche realizzare un megastore rischia di diventare un’impresa.

Da qualche giorno, invece, è una bella realtà in viale Druso all’altezza del civico 199 dopo l’inaugurazione rivolta a parenti, amici, conoscenti ma anche ai residenti del quartiere. Qualcuno, forse, più sorpreso di altri.

Anche alla sera, insomma, ci si potrà togliere lo sfizio di recuperare quello che manca nel frigo con la possibilità di abbinarlo alla curiosità di un prodotto dell’Est. Già, perché questa iniziativa imprenditoriale nasce da un’idea di Francesco Cofone e della moglie ucraina Nadiya Tsurkan titolari del bar Matrioska di via Roma e soci di Confesercenti. «Nel nostro locale – spiega Tsurkan – abbiamo aperto qualche anno fa un corner di prodotti tipici e ha subito funzionato bene. Ci ha sorpresi l’interesse dei connazionali, ma soprattutto dei locali. La clientela, infatti, cominciava a chiederci sempre più particolarità così abbiamo deciso di investire in un mix innovativo».

Un bazar destinato dunque a ritagliarsi un’importante nicchia di mercato in una via dove comunque ci sono da tempo le grandi catene, che puntano soprattutto sulla varietà dei prodotti e sul prezzo. Qui, invece, si troveranno prodotti più «particolari», destinati probabilmente ad un target meno ampio di clienti. L’approdo naturale, per gli appassionati del genere , diventa questo punto vendita che, non a caso, si chiama «Mini Mix semplicemente diversi».

All’interno specialità russe, ucraine, bulgare, rumene e polacche ma anche i prodotti del supermercato Poli e il pane fresco di Eisenstecken con cui sono stati stretti dei rapporti commerciali di fornitura. Le due anime si sono fuse in un orario extralarge.

«Teniamo tanto anche al messaggio sociale che possiamo lanciare. Assieme alla comodità del servizio cerchiamo di stuzzicare la voglia e la possibilità di aprirsi ad altre culture partendo dal cibo. E’ la strada migliore».

Detto da baristi ci si può fidare. Girare tra gli scaffali, in effetti, è come perdersi in un mare di curiosità con appigli conosciuti. Il latte Mila fa capolino tra aringhe, salmoni, caviale, vodka, salami e sgombri lavorati come in Italia non se ne vedono. Si incrociano anche prodotti di bellezza in cirillico e musica tipica.

«Per evitare lungaggini di sdoganamento e garantire la qualità – precisa Francesco Cofone – si tratta di prodotti realizzati da un’azienda in Germania e distribuiti da un centro veronese. Tutto secondo precise procedure e lavorazioni». Chiaramente la nutritissima comunità dell’est presente in Alto Adige ha risposto subito con grande entusiasmo e per l’inaugurazione ha riempito il piccolo market in pochissimi minuti. Grande solidarietà nei preparativi e voglia di trovare un punto d’incontro con i bolzanini che, incuriositi, sono entrati per sbirciare questa strana crasi di stili ed alimenti. In fondo anche questo, fino a qualche anno fa, sarebbe stato impensabile per il capoluogo altoatesino. Resta ora da capire se all’interesse dei primi giorni seguiranno anche gli affari.

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