Prinoth e Kostner scalano a diciott’anni la nord dell’Eiger

Impresa alpinista di rilievo per i due giovani gardenesi Il commento: «Roccia, misto e neve, una bella arrampicata»



VAL GARDENA. Impresa alpinistica di ottimo livello per due diciottenni altoatesini. Titus Prinoth e Janluca Kostner, entrambi originari della Val Gardena, hanno raggiunto i 3.970 metri dell’Eiger (cima delle Alpi bernesi in Svizzera) scalando la «Nordwand». La celeberrima parete dell’Eiger, montagna che costituisce uno dei «miti» per gli alpinisti di ieri e di oggi, presenta uno sviluppo verticale di 1.800 metri ed è la più lunga parete, assieme alla Est del Monte Rosa, delle Alpi.

La sua caratteristica è quello che non è mai battuta dal sole. Prinoth e Kostner, che arrampicano da otto anni, hanno scalato la parete nord in «invernale» impiegando 21 ore complessive, 18 per l’ascesa e tre per la discesa.

«È stata una decisione che abbiamo preso due anni fa dopo aver visto la parete ma nessuno di noi aveva il diploma di guida per raggiungere in autonomia la Svizzera. A questo punto abbiamo deciso di intraprendere la scalata quando il primo di noi conseguisse il brevetto», hanno raccontato i due giovani alpinisti gardenesi. A rendere ancor più difficile la scalata di Titus e Janluca che è avvenuta a metà aprile scorso, in condizioni invernali tra neve e roccia, sono state le avverse condizioni meteo. Entrambi erano consapevoli che si trattava di una scalata molto difficile su una parete che è costata la vita a decine di alpinisti, alcuni di essi anche molto famosi. A tentare la nord dell’Eiger, che in italiano significa «Orco» e che giace nell’Oberland bernese in Svizzera, i primi alpinisti ci provarono a metà degli anni ’30 ma furono spedizioni tragiche. Nel ’35 la cordata tedesca composta da Karl Mehringer e Max Sedlmeyer si fermò a 3.300 metri e i due alpinisti morirono bloccati in parete, nel ’38 la prima italiana di due alpinisti di Valdagno, Bortolo Sandri e Mario Menti: ma entrambi persero la vita nella prima metà della parete. Tra le imprese, invece, quella di Reinhold Messner e Peter Habeler che nel 1974 raggiunsero la vetta in dieci ore. «Roccia, misto e neve, è stata una bella arrampicata», chiudono i due giovani gardenesi.













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Davide Pasquali

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