Prodotti alimentari non Ogm, ecco le nuove regole

Vietato somministrare mangime geneticamente modificato nel periodo precedente la macellazione



Sono sempre di più i consumatori che vogliono informazioni dettagliate su sicurezza, provenienza e qualità dei prodotti alimentari. In maniera particolare per quanto riguarda l’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm). Un contributo importante arriva dalla nuova legge provinciale, entrata in vigore, che adegua la normativa locale alle linee guida dell’Ue in tema di etichettatura.

La posizione della Provincia di Bolzano sull’utilizzo di organismi geneticamente modificati in agricoltura e nella produzione alimentare è nota. «Sin dall’inizio - spiega il presidente Luis Durnwalder - ci siamo schierati contro gli Ogm, tanto che ancora prima di prevedere il divieto dell’utilizzo di questi organismi, avevamo introdotto una legge provinciale che consentiva di segnalare un prodotto come Ogm free tramite l’etichettatura». E proprio alcuni passaggi di questo provvedimento sono stati sottoposti a modifica per adeguare il quadro normativo a quanto previsto dalle linee guida emanate a livello di Unione Europea. Il tutto è stato inserito nella legge omnibus.

I nuovi articoli prevedono regole più rigide con l’indicazione di quali prodotti alimentari potranno fregiarsi dell’etichetta “non Ogm”, al posto del precedente “Ogm free”. Per quanto riguarda gli animali, al di là del divieto di somministrare antibiotici, ormoni, farina di sangue o di ossa, o altre sostanze improprie, è previsto il divieto di utilizzare mangimi contenenti organismi geneticamente modificati nel periodo precedente la macellazione. In dettaglio: 12 mesi, e almeno tre quarti della propria vita, per cavalli e bovini, 6 mesi per i piccoli ruminanti, 4 mesi per i suini, tra le 6 e le 10 settimane per il pollame, 2 settimane per gli animali da latte.

«Con questo adeguamento - conclude Durnwalder - salviamo il nostro principio sull’etichettatura dei prodotti non Ogm, adeguandolo a quanto previsto dall’Unione Europea, dopo che la stessa aveva minacciato di aprire una procedura di infrazione. Prima di approvare la legge in Consiglio provinciale avevamo già chiarito con Bruxelles i passaggi più importanti contenuti nella normativa».













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