Profughi, dall’Euregio una risoluzione blanda

I capigruppo al Brennero: «Pronti ad accogliere i migranti in modo adeguato» Ribadita la scarsa solidarietà degli altri Stati Ue e il valore del valico di confine


di Massimiliano Bona


BRENNERO. Se l’obiettivo dei capigruppo dell’Euregio, riuniti ieri nella sala polifunzionale del Comune di Brennero, era quello di dare un segnale forte e chiaro sul tema profughi bisogna dire che il risultato ottenuto è modesto. Il documento condiviso dalla maggioranza dei capigruppo lamenta la scarsa solidarietà manifestata finora dagli Stati membri dell’Ue riguardo «a un’equa suddivisione dei profughi che entrano in Europa». Si definisce «necessaria» la costituzione di hot spot per la registrazione dei profughi, si chiede all’Unione europea la tutela dell’Accordo di Schengen, si ricorda la delicatezza anche simbolica del confine di Brennero, si chiede il coinvolgimento del livello regionale nelle politiche Ue sulla gestione dei profughi e dei confini statali, si invoca un progetto comune e durevole a livello europeo e l’elaborazione di standard sociali comuni negli Stati in base al Pil di ogni Paese. Si ribadisce anche la disponibilità ad accogliere i profughi «in modo adeguato dentro l’Euregio».

Già, ma il termine «adeguato» cosa significa esattamente? Il testo così concordato è aperto ad aggiunte e correzioni. I singoli consiglieri dell’Euregio potranno avanzare proposte, che verranno valutate il 20 aprile dai capigruppo del «Dreier Landtag» ed eventualmente portate al voto dell’assemblea il giorno successivo.

Maurizio Fugatti (Lega Nord) ha preso le distanze dal documento della maggioranza, perché non distingue tra reali rifugiati di guerra e migranti economici. Isabella Gruber (Bügerforum Tirol – Innsbruck) ha chiesto un documento lineare, sostanzialmente per dire no alle barriere di confine. Il presidente trentino Bruno Dorigatti, che ha presieduto l’incontro, ha sospeso i lavori dopo una prima serie di interventi. E assieme ai colleghi Thomas Widmann ed Herwig Van Staa di Innsbruck, ha lavorato alla stesura del documento, tenendo conto soprattutto degli emendamenti alla prima bozza, proposti poco prima da Dieter Steger della Svp. Per Elena Artioli di Team Autonomie «Brennero rischia di diventare un imbuto e oltre ai militari austriaci sarà schierato anche l'esercito italiano. Se ci saranno, i controlli serviranno per smascherare le cellule del terrore e garantire la libertà di scambio e fratellanza con il vicino Tirolo». Per Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) «si è deciso di non decidere proponendo un documento volutamente generico».

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