Profughi decisi a passare anche da Prato Drava
Il sindacato di polizia ha affrontato ieri il tema con la nuova sindaca di S.Candido Un altro incontro ieri tra la polizia italiana, austriaca e tedesca per fare il punto
BOLZANO. Alla presenza del vicequestore di Bolzano, dei vertici della Polizia italiana, austriaca e tedesca si è svolto ieri a Bolzano l’atteso vertice sulle scorte trilaterali, ma più in generale sulla questione profughi. «Il vertice - dice Mario Deriu, segretario generale del Siulp (il sindacato di polizia) – si è limitato a ratificare nella sostanza le indicazioni politiche dei rispettivi Paesi sulla prosecuzione dei pattugliamenti sui treni che dall'Italia sono diretti oltre il confine del Brennero».
«Le scorte, almeno dal nostro punto di vista, sono un fallimento – continua Deriu – Sarebbe stato necessario che gli organismi tecnici si fossero fatti carico di esprimere il disagio di chi opera in queste condizioni davvero estreme. Le scorte non risolvono il problema, servono solo a dare una parvenza di sicurezza ai cittadini, ma la realtà è che non servono a fermare i migranti, il cui flusso è sempre più consistente».
Deriu è reduce inoltre dall'incontro con il nuovo sindaco di San Candido, Rosmarie Burgmann, durante il quale è stato affrontato anche il problema del transito dei flussi migratori verso l'Austria e il nord Europa che sempre di più iniziano a interessare il valico di Prato Drava e la tratta ferroviaria che collega Fortezza a Lienz, sul territorio austriaco. La soluzione – sempre secondo il segretario – passerebbe per una revisione del trattato di Dublino III (l'accordo che prevede il respingimento nello Stato dove è avvenuta la prima identificazione) e la costituzione di un corridoio umanitario che preveda la libera circolazione dei profughi sul territorio dell'Unione Europea. «Queste persone, passando sul nostro territorio, non commettono alcun reato a parte quello di circolare senza documenti, possiamo denunciarli ma poi senza un documento possono dichiarare quello che vogliono. Dovrebbero lasciarsi identificare ma non lo fanno per paura di rimanere bloccati in Italia. In assoluto non abbiamo modo di sapere chi sta circolando al momento sul nostro territorio, con conseguenti rischi di sicurezza legati anche al terrorismo».
Dunque le scorte trilaterali proseguiranno, così come la pressione su chi opera in questo delicato contesto.
È di qualche giorno l’imbarazzo tra Italia e Austria sul presunto fermo da parte dei carabinieri di alcuni agenti della polizia austriaca in servizio sul territorio italiano, che sarebbero rimasti bloccati alla stazione del Brennero per alcune ore.
«Nel corso del vertice c'è stato un chiarimento tra le polizie – sottolinea il segretario – ma la ferita resta. È chiaro che se il ruolo delle polizie straniere da meramente osservativo divenenta “partecipativo” poi si creano situazioni che possono dar luogo a incidenti». Le incomprensioni sembrano, in ogni caso, essere state superate.
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