BOLZANO. Alta tensione ieri pomeriggio, prima davanti alla Provincia e poi all’ex Hotel Alpi, in via Alto Adige. Una quarantina di migranti, in gran parte del Gambia e del Senegal, ha inscenato una protesta - sulla falsariga di quella della scorsa settimana davanti alla questura - contro i tempi della burocrazia italiana ma anche contro le modalità di gestione del Centro da parte di Volontarius. L’obiettivo era quello di attirare l’attenzione e i profughi (in attesa da oltre un anno di avere un colloquio per chiarire le rispettive posizioni davanti alla commissione competente) ci sono riusciti con una protesta, almeno a tratti, sopra le righe. «Abbiamo freddo, ci danno da mangiare sempre le solite cose e siamo in attesa da oltre un anno di essere ascoltati dalla commissione che si occupa delle nostre istanze».

A colpire è stato l’imponente schieramento di forze dell’ordine sia davanti alla Provincia che fuori dall’ex Hotel Alpi, con poliziotti e carabinieri schierati in assetto anti-sommossa. Impossibile non notarlo, anche se per le forze dell’ordine si è trattato - tutto sommato - di un intervento di routine. Una discussione (piuttosto animata) con un cittadino nordafricano proprio davanti alla Provincia aveva anche fatto ipotizzare un arresto, o quantomeno una denuncia, per resistenza. In realtà, in un secondo tempo, si è capito che la persona fermata non aveva nulla a che fare con senegalesi e gambiani.

L’associazione Volontarius, che gestisce gran parte dei centri profughi altoatesini, ieri ha preferito non prendere posizione, almeno ufficialmente.

Nel mirino dei migranti, che hanno mostrato chiari segni di insofferenza, ci sarebbe anche una delle volontarie in servizio all’ex Alpi per un’intervista rilasciata ad una Tv di lingua tedesca.

Di sicuro l’atmosfera si sta surriscaldando e iniziative come quella di ieri nei prossimi mesi potrebbero ripetersi con sempre maggiore frequenza.

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