Progetto Alba, così si tolgono le ragazze dallo sfruttamento della prostituzione

In dieci anni grazie all’impegno delle associazioni di volontariato, 67 donne sono riuscite a cambiare vita



“C’è ancora chi tratta“: è questo il tema del convegno che si è tenuto a Palazzo Widmann a Bolzano, per iniziativa della Ripartizione provinciale famiglia e politiche sociali in collaborazione con l'associazione Volontarius, l'associazione La Strada-der Weg ed il consorzio Consis. Dopo 10 anni è giunto ora il momento di fare un bilancio sul progetto ALBA. Con questo progetto, nato nel 2003, la Provincia si è impegnata concretamente per offrire alle persone la possibilità e gli strumenti per uscire dalla schiavitù e dallo sfruttamento della prostituzione e di offrire loro nuove prospettive.

LE OPERATRICI CONTATTANO LE RAGAZZE IN STRADA

 

La giudice Donatella Marchesini della Procura della Repubblica, responsabile del Gruppo di lavoro tutela della persona e della salute" ha espresso il proprio apprezzamento per il lavoro svolto in questi dieci anni dal progetto ALBA che "Ha a capacità di agganciare le vittime della tratta e della prostituzione e di avviare con loro un percorso di recupero sociale in stretta collaborazione con le Forze dell'ordine. La prostituzione in questi anni si è trasformata, ora non si svolge più solamente in strada e negli appartamenti, bensì sempre più spesso attraverso Internet. Un fenomeno di adescamento che coinvolge molti minori nell'inconsapevolezza delle famiglie.

Nel corso del convegno Sonia Santi, della Ripartizione provinciale famiglia e politiche sociali, responsabile del coordinamento istituzionale del progetto ALBA, ha illustrato nel dettaglio l'evoluzione e lo sviluppo del progetto dall'emersione del fenomeno dello sfruttamento della prostituzione nel 1998 alla formazione degli operatori (2002) sino all'approvazione del progetto da parte della Giunta provinciale nel febbraio del 2003 ed al suo avvio operativo nel settembre dello stesso anno.

LA TESTIMONIANZA DI SONIA SANTI

Il progetto è costituito dall'unità di contatto costituita da cinque persone dell'Associazione Volontarius, dalla fase di accoglienza e di accompagnamento educativo gestita da cinque operatori dell'Associazione La Strada - Der Weg, seguita dalla formazione e dall'inserimento lavorativo gestito da 3 operatori del Consorzio sociale Consis.

Una è quipe multidisciplinare è responsabile della presa in carico delle singole persone.

LE CASE PROTETTE PER LE RAGAZZE

Dal 2003 al 2013 sono state prese in carico dal progetto ALBa complessivamente 67 persone (63 donne, 3 uomini ed 1 transgender), 49 delle quali hanno avuto accesso alla fase di formazione e di inserimento lavorativo; 36 hanno concluso il percorso con un con contratto di lavoro, 6 sono ancora in progetto e nella fase di formazione e stage professionale; 7 hanno completato la formazione ed il bilancio di competenze e per motivi diversi hanno abbandonato il progetto. 43 su 49 hanno usufruito dell'opportunità di compiere un percorso di formazione e di inserimento lavorativo (87,7%).

Negli ultimi dieci anni a Bolzano sono state contattate sulla strada 518 persone mentre dal 2006 al 2012 sono state contattate in appartamenti in vari centri della provincia, secondo dati dell'Associazione Volontarius, 587 persone diverse. Inoltre sono più di 400 le persone che hanno richiesto un sostegno telefonico o una visita domiciliare

Ulteriori dettagli sul progetto ALBA sono stati quindi forniti nel corso del convegno da Francesco Campana dell'associazione Volontarius, Elisabetta Kalb dell'associazione La Strada-Der Weg, Maria Susat del consorzio sociale Consis e Rose Maria Callà del Centro informativo per l'immigrazione della Provincia di Trento.

Per le vittime i problemi principali sono il limitato diritto di soggiorno, la mancanza di tutela sociale e di opportunità lavorative, l'alloggio e le misure di sostegno, che non sono disponibili su tutto il territorio ed il loro finanziamento. "In generale è necessario che le vittime di tratta di persone vengano tutelate in modo migliore e che la protezione dei testimoni venga disciplinata adeguatamente" ha affermato Küblbeck.













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