Prostitute e ladri: fuga da viale Trento

Il racket sudamericano, degrado nelle aree verdi e microcriminalità: i negozi sono tutti chiusi e nessuno vuole abitarci


di Alan Conti


BOLZANO. Per molti anni viale Trento è stata il tavolo su cui si è giocata la partita della sicurezza cittadina. A guardarla oggi, questa strada, la sensazione è che abbiano perso tutti: residenti, esercenti ed amministrazione. La chiusura al traffico e il progressivo isolamento hanno portato a un abbandono totale da parte dei bolzanini. Non fosse per chi possiede abitazioni da molto tempo e per le strutture di assistenza pubblica come la casa di riposo Villa Armonia o la Casa dell’Ospitalità della Caritas nessuno la frequenterebbe. I negozi, lentamente, hanno tutti abbassato la saracinesca senza più rialzarla e verso ponte Loreto il marciapiede è un’infilata di vetrine desolatamente vuote. Resistono Zulian e De Angeli: attività che non sono strettamente legate al passaggio delle persone.

La prostituzione. Di notte viale Trento è una strada in mano al racket della prostituzione, soprattutto sudamericana. Con il buio, infatti, a decine si posizionano lungo la carreggiata. Naturalmente nelle vicinanze si muovono anche i protettori che presidiano la zona. Dalle 23 in poi nessun residente si azzarda a uscire: troppo pericoloso. La chiusura della strada da ponte Roma verso ponte Loreto avrà anche aiutato la viabilità cittadina, ma ha isolato ulteriormente l’area lasciando spazio a lucciole e clienti.

Non bastasse la prostituzione per strada, sono diversi i residenti che raccontano di donne che esercitano nei propri appartamenti, all’interno dei condomini a ridosso di ponte Loreto.

La microcriminalità. Per molti mesi il discorso sulla sicurezza in viale Trento è ruotato attorno al centro islamico di preghiera, oggi aperto e gestito dall’associazione Jinnah Pakistan senza particolari problemi.

La vera emergenza, chiuso anche il controverso bar Gazum, è il degrado che porta moltissimi stranieri senza fissa dimora a dormire dove capita. «Al parco delle Religioni bivaccano ogni notte lasciando sporcizia dappertutto e bevendo fino all’inverosimile - spiega una residente - ma abbiamo visto alcune persone dormire anche nelle voliere per i piccioni e sotto ponte Loreto». Presso lo Spaccio Pannolini è stata anche avviata una raccolta firme per chiedere all’amministrazione di intervenire con un’indagine sulle criticità della zona. Nel parco sono state trovate anche siringhe infilate nella sabbiera dei bambini.

La morte del commercio. Il contesto è complicato e migliorarlo non sarà facile. Nessuno, nel frattempo, ha più voglia di aprire un’attività lungo la strada. «Non c’è nemmeno un bar - osserva Angelo Zulian, titolare dell’omonima attività - e questo chiaramente non ci aiuta. La verità è che non c’è nessun tipo di attrattiva mentre la paura è tanta. Noi resistiamo perché comunque i nostri clienti devono venire a cercarci, ma se dipendessimo dal territorio saremmo spacciati. Oltre alla microcriminalità non abbiamo nemmeno passaggio di automobili».

La speranza è che la nuova amministrazione torni ad occuparsi di questa strada e non soltanto riaprendo la discussione - cosa questa che avviene ormai periodicamente - sull’opportunità di mantenere la viabilità a senso unico oppure riaprire alla circolazione in entrambi i sensi di marcia.

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