BOLZANO

Prostitute in casa a Bolzano, aperta un’inchiesta

Accertamenti della Questura sull’appartamento al centro dell’esposto: controlli sull’intestatario del contratto d’affitto


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’esposto presentato dagli inquilini e dall’amministratore della palazzina al civico 41 di viale Venezia ha consentito alle forze dell’ordine di avviare una serie di accertamenti e di aprire formalmente un’inchiesta. Il via vai sospetto di clienti si registra secondo i residenti da alcuni mesi, ma il problema si è fatto particolarmente acuto nell’ultimo periodo con un numero imprecisato di persone che sosta sul marciapiede in attesa che la prostituta di turno si affacci e apra il cancello che dà sulla strada.

In questa fase la Questura, d’intesa con la Procura, sta facendo una serie di accertamenti sull’intestatario del contratto d’affitto ma anche sul proprietario dello stabile. Si mira a verificare, in particolare se possano essere contestati reati quali il favoreggiamento della prostituzione.

Secondo gli inquilini il ricambio delle ragazze avverrebbe - con annunci frequenti anche su internet - ogni tre o quattro settimane. Per quanto attiene il proprietario, che è altoatesino, si mira a capire se fosse o meno a conoscenza - quando ha affittato l’appartamento - della situazione. La sua posizione potrebbe aggravarsi qualora gli inquirenti riuscissero a provare che incassa un canone di locazione (molto) più elevato rispetto a quello di mercato proprio per il tipo di attività che verrebbe esercitata.

Nell’esposto l’amministratore dello stabile e il consigliere di quartiere Elio Simoni sostengono che il proprietario sarebbe stato a conoscenza sia del tipo di frequentazioni che dei disagi provocati agli altri inquilini.

«Durante l’assemblea di condominio - spiega Simoni - abbiamo chiesto precise rassicurazioni sul genere di frequentazioni che vengono osservate regolarmente all’ingresso del condominio. Ma il proprietario dello stabile (di cui omettiamo il nome, peraltro presente nell’esposto ndr) non si è preoccupato di dare nessun tipo di rassicurazione nonostante, per sua ammissione, fosse a conoscenza dell’utilizzo della struttura e del pericolo che ciò provoca ai condomini».

Nella mozione, approvata all’unanimità dalla Circoscrizione, si fa cenno esplicitamente «ad una forma di degrado in giacca e cravatta da parte di persone senza scrupoli che affittano in zone residenziali appartamenti creando un andirivieni di persone sicuramente poco raccomandabili».

Tra le soluzioni proposte da Simoni nella mozione approvata ci sono «il controllo di tutte le autorizzazioni da parte degli uffici competenti, la verifica delle norme igienico sanitarie nei civici interessati e l’utilizzo di ogni mezzo di dissuasione da parte delle autorità competenti».

Da quando la questione è diventata di dominio pubblico l’andirivieni di clienti sembra essersi ridotto notevolmente, al punto che le ragazze che risiedono nell’appartamento al centro delle polemiche si dice stiano valutando la possibilità di trasferirsi altrove. Gli accertamenti in corso da parte della Questura sono ovviamente tutt’altro che semplici.

Bisogna partire, infatti, dal presupposto che la prostituzione non è reato. E che lo stesso cliente che paga una prestazione sessuale non commette reato e non è perseguibile. È invece illecita l'attività di intermediazione e favoreggiamento. In assoluto non commette il reato di favoreggiamento chi concede in locazione o in comodato un appartamento ad una prostituta. Può ricorrere, invece, il reato di sfruttamento della prostituzione qualora il canone di locazione sia decisamente più alto rispetto al canone di mercato.













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