Provinciali, centrodestra in ordine sparso 

Lega e Forza Italia: «Ci presenteremo ognuno col proprio simbolo, poi insieme a contrattare con la Svp». Urzì per l’unità


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Impresa titanica. Un centrodestra unito in un’unica lista alle provinciali d’autunno è praticamente impossibile. Almeno allo stato dei fatti. Perché ognuno fa due conti. I voti presi alle recenti politiche, la legge elettorale con cui si vota in Alto Adige che non premia le coalizioni e ti fa entrare in consiglio anche con i resti - se hai fortuna - e poche migliaia di consensi. E poi qualche ruggine del passato. Così, anticipa ad esempio, il commissario leghista Massimo Bessone: «Ci saremo col nostro simbolo». Stesso discorso la coordinatrice di Forza Italia, Michaela Biancofiore. «Andremo divisi, per colpire insieme», dice la deputata. Sì, perché l’obiettivo è poi quello di andare a sostituire il Pd al governo della Provincia. L’unico che vedrebbe da subito il traguardo della lista unica è Alessandro Urzì, (Alto Adige nel cuore e responsabile di Fratelli d’Italia). «L’unità farebbe la forza», evidenzia il consigliere provinciale: «Lo si è visto alle politiche dove la coalizione è risultata prima in Italia, qui si tratterebbe d’aggiungere le liste civiche territoriali che sono fondamentali».

Fin qui i maggiorenti dei partiti del centrodestra. Un patrimonio di quasi quarantamila voti alle elezioni di domenica scorsa (Lega più Forza Italia più Fratelli d’Italia), che sfiorano i 45 mila se ci aggiungi quelli presi da CasaPound. Un elettorato d’area che però non è facile da portare compatto alle provinciali. Lo sanno bene anche i diretti interessati.

Partiamo dei numeri. Il partito di Salvini alle politiche in Alto Adige (Camera) ha preso 23.017 voti. Forza Italia 12.181 e Fratelli d’Italia 4.112. Fosse una semplice traghettata alle provinciali, avremmo la Lega ad eleggere tre consiglieri provinciali, i forzisti ha farne uno e il partito della Meloni a non raggiungere l’elezione di un consigliere. Tenendo per buono un quorum per un seggio intorno agli 8 mila voti di lista. Ma come dimostrano i dati delle tornate elettorali del passato, quasi mai un partito mantiene alle provinciali il consenso raccolto alle politiche. Prendi il 2013: il Pd ottenne oltre 28 mila voti alle elezioni nazionali che diventarono 19 mila alle provinciali. Il Pdl ebbe quasi ventimila consensi alle politiche che calarono a poco più di 7 mila alle provinciali (ed era insiema alla Lega ed al Team Autonomie). Ma il caso più eclatante furono i 5 Stelle. Quasi 25 mila voti a febbraio che diventarono 7.100 in autunno. Stabile, in questo contesto, la Svp. Insomma, non è facile rimanere sulla stessa lunghezza d’onda. Certo, alle prossime provinciali, fosse pure che la Lega perda migliaia di voti, il partito di Salvini un consigliere lo farà di sicuro. Due, magari il secondo con i resti, se saprà lavorare sul territorio e capitalizzare il risultato di domenica scorsa. «Siamo orientati ad andare da soli, poi vedremo i risultati. Devo fare l’interesse del mio partito», sottolinea Bessone.

«A noi piace fare la nostra battaglia politica», ancora il commissario leghista che lunedì si incontrerà con Salvini. È un problema di leadership. E, dentro il centrodestra, la Lega non vuole più mollarla. «Anche se giovane per la politica, non sono così inesperto da capire che in una lista unitaria del centrodestra vincerebbero i padroni delle preferenze», chiosa Bessone. E questi non sarebbero i leghisti. A proposito, ieri il neodeputato Filippo Maturi era alla prima riunione dei parlamentari con Salvini.

Certo nello «spirito» unitario di Urzì c’è anche la consapevolezza, dicono i maligni, che una sua lista - fosse Fratelli d’Italia o ancora una formazione territoriale - faticherebbe a fare un consigliere pieno. Nel 2016 Alto Adige nel cuore ce la fece con i resti (6 mila voti). «Il recinto dei consensi del centrodestra è sempre quello, una volta vanno di più a Forza Italia, una volta alla Lega. Alle provinciali andremo divisi, ma uniti e compatti subito dopo», spiega Michaela Biancofiore. Uno stoccatina, infine, ai trentini Giacomo Bezzi e Erminio Boso. «Sono piccoli uomini, mi attaccano perché sono donna», chiude la deputata sulle questioni trentine.













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

Attualità