BOLZANO

Provinciali: la richiesta dei dipendenti altoatesini è salita da 90 a 165 milioni

Contratti: chiesti 100 euro lordi a dipendente contro i 60 proposti dalla giunta Moggio: «È il minimo sindacale». Deeg: «C’è aspettativa ma non decido da sola»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Patata bollente per la giunta provinciale che oggi dovrà decidere se accettare o meno la nuova proposta dei sindacati sul rinnovo del contratto degli oltre 37 mila dipendenti pubblici. Il presidente Arno Kompatscher il mese scorso aveva messo sul piatto 90 milioni di euro da spalmare su tre annualità (per un totale di 60 euro lordi a dipendente: 20 nel 2016, 20 nel 2017 e 20 nel 2018), ma i sindacati - al termine di una serie di assemblee piuttosto infuocate - hanno deciso di rilanciare.

«La nuova proposta - sottolinea Gianluca Moggio del Gs, il sindacato maggiormente rappresentativo dei dipendenti pubblici - prevede una cifra complessiva di 165 milioni di euro (75 milioni più della proposta della Provincia) e 100 euro lordi di aumento: 40 euro dal primo luglio 2016, 60 euro dal primo gennaio 2017 e nulla per il 2018. Per i nostri dipendenti si tratta, passatemi il gioco di parole, del minimo sindacale. Altrimenti potremo decidere di mettere in campo una serie di azioni di protesta».

L’assessora al personale Waltraud Deeg, che sta portando avanti la trattativa in sintonia con il governatore altoatesino Kompatscher, ha incontrato i sindacati (anche separatamente) per cercare di capire quale sia il clima generale. Anche perché l’imperativo è quello di evitare, se possibile, una rottura delle trattative.

Assessora Deeg: i sindacati del pubblico impiego hanno alzato il tiro. Siamo passati da 90 a 165 milioni per 3 anni. Lo aveva messo in conto?

«Sapevo che tra i nostri collaboratori c’era una grande aspettativa e ciò può aiutarci a capire perché la nostra prima proposta sia stata rigettata al mittente. Il contratto, poi, era fermo da diversi anni».

Lei giudica queste nuove richieste legittime?

«Oggi porterò la proposta in giunta provinciale e metterò sul piatto le nuove richieste. Poi, trattandosi di un tema che interessa tutti, prenderemo una decisione collegiale».

C’è chi prevede degli scioperi in caso di rottura...

«Personalmente non credo che arriveremo ad una rottura».

Nel senso che è ottimista?

«Lo sono di natura. Ma non posso dire di avere la palla di vetro. Valuterò assieme ai colleghi il da farsi, anche perché qualora dovessimo accettare la proposta dei sindacati sarebbero necessari degli aggiustamenti in corsa».

Nel senso che bisognerebbe cambiare a breve il bilancio...

«Già, i lavoratori chiedono di poter incassare la prima tranche a luglio 2016 e la parte restante a gennaio 2017».

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