Qualità dell’aria a rischio per «Ipa» e ossidi di azoto

L’esperto: i primi si trovano nelle polveri sottili e hanno componenti cancerogeni È il caso del benzopirene. Valori rassicuranti invece per pm 10 e pm 2,5


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Per le polveri sottili - le famigerate “pm10” - per ora siamo tranquilli, ma anche per quelle ultra-fini (le “pm 2,5”) i valori sono sempre sotto la soglia. Dovremmo, invece, iniziare a preoccuparci dei valori degli Ipa (gli idrocarburi policiclici aromatici) e degli ossidi di azoto. Gli «Ipa» sono composti organici complessi, contenuti nelle polveri, con alcuni componenti cancerogeni come il benzopirene, mentre per gli ossidi di azoto - causati dal traffico e soprattutto dadall'A22 - a Bolzano e Bressanone le centraline registrano sforamenti ormai cronici, contro i quali Provincia e Comune hanno dimostrato di poter fare poco. O meglio, quasi nulla. Il ministero competente, che invece potrebbe accelerare l'iter per far passare l'Autobrennero in galleria all'altezza del capoluogo, finora ha sempre rinviato ogni misura. Con la spending review e la crisi che ancora incombe è difficile che si trovino i fondi. Di questo ed altro abbiamo parlato con Luca Verdi, direttore del laboratorio provinciale di chimica fisica, che è riuscito comunque a fornirci indicazioni rassicuranti, indicandoci anche le zone più esposte.

Partiamo dalle polveri sottili. Qual è la media annuale in provincia?

«Il limite su base annua è di 40 microgrammi per metro cubo e nelle stazioni con i valori più elevati in città ci attestiamo a quota 20. In piazza Adriano la media è 17 e in via Claudia Augusta di 20,4».

Già, ma osservando i dati, si notano ancora degli sforamenti, o comunque dei valori a ridosso della soglia. Come il primo ottobre scorso a Bolzano. Perché?

«Si tratta di sforamenti dovuti a cause esterne. In quel caso c'era stata una perturbazione in arrivo da Sud. E lo stesso potrebbe accadere in futuro quando arriverà la neve».

Quanti sforamenti l'anno di pm10 ci possono essere?

«Il limite imposto a livello nazionale ed europeo è 35. Per chi lo supera scatta un piano d'emergenza che può arrivare fino al blocco del traffico. A Bolzano sono diversi anni che non accade. Dal 2006, per la precisione».

Dove si è registrato il record di sforamenti nel 2013?

«In testa c'è Laces con 13, seguito da Laives-Galizia con 8, via Claudia Augusta a Bolzano con 4, Cortina, Brunico e Vipiteno con 3, piazza Adriano a Bolzano e Merano con 2».

Cosa provoca gli sforamenti? Il traffico o la combustione domestica?

«Le stufe a legna sono la causa principale delle emissioni e ne determinano il 50% circa. Il traffico incide per il 30%. Per questo, soprattutto in autunno, consigliamo di ottimizzare l'uso delle stufe, piuttosto diffuso in provincia».

Già, cosa bisogna bruciare e cosa invece no?

«Solo legna secca, niente rifiuti e tantomeno mobili vecchi con coloranti. Poi serve una manutenzione rigorosa delle stufe».

Passiamo alle polveri ultrafini, note anche come “pm 2,5”. Come siamo messi?

«Bene, sempre sotto la soglia consentita. Non bisogna superare i 25 microgrammi per metro cubo e noi ci attestiamo a quota 15. Non esistono, comunque, norme e limiti precisi, ma ci arriveremo a breve. Si tratta di polveri che vanno più in profondità, che entrano nelle vie respiratorie».

C'è qualche composto, nelle polveri sottili, di cui dovremmo preoccuparci?

«Il valore da tenere d'occhio è quello degli “Ipa”, gli idrocarburi policiclici aromatici. Si tratta di composti organici complessi, all'interno dei quali ci sono anche alcuni componenti cancerogeni. Tra essi cito il benzopirene».

Quali sono i limiti a livello comunitario?

«Non ci sono limiti precisi, ma si parla di valori obiettivo che vengono sforati soprattutto nelle zone rurali. L'indicatore di riferimento è di 1,5 nanogrammi per metro cubo. A Bolzano siamo sotto quota uno, ormai da 4 anni. A Laces, ad esempio, i valori medi sono compresi tra 2 e 3 nanogrammi per metro cubo. E qualche volta è stata superata quota 3».

Restando sempre alla qualità dell'aria, c'è qualche limite che sforiamo regolarmente?

«Si, quello degli ossidi di azoto (NO2), valore legato a filo doppio al traffico. A Bolzano e Bressanone il superamento dei limiti è cronico anche per quanto attiene i valori medi annuali. In piazza Adriano ci attestiamo a 40 microgrammi per metro cubo e in via Claudia Augusta a 43 microgrammi. Comune e Provincia possono fare poco per contribuire in modo significativo ad abbassarlo. Il passaggio dell'A22, in questo caso, è determinante. Dovrebbero essere prese in esame misure di intervento d'intesa con il Governo e il Ministero competente».

Il suo giudizio sull'aria che respiriamo qual è?

«In sintesi direi molto buono, anche se dobbiamo tenere alta la guardia per Ipa e ossidi di azoto».

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