Quartieri da semplificare Le proposte dei socialisti
BOLZANO. Circoscrizioni, regolamento da cambiare e semplificare. Il Psi ha presentato ieri la sua proposta. Si è tenuta in maggio in consiglio comunale un’audizione dei presidenti dei consigli di...
BOLZANO. Circoscrizioni, regolamento da cambiare e semplificare. Il Psi ha presentato ieri la sua proposta. Si è tenuta in maggio in consiglio comunale un’audizione dei presidenti dei consigli di quartiere, ricorda Claudio Della Ratta: «E’ emersa la necessità di rivedere un regolamento che, per ammissione trasversale, non è assolutamente consono allo scopo per il quale era stato a suo tempo redatto. Corposo ad esempio l’elenco delle attività effettuate dai quartieri e presentate in consiglio comunale, che vanno dal presidio del verde e dei parchi pubblici alla mobilità e parcheggi, dai rifiuti al commercio, dalla prostituzione alla sicurezza e soprattutto dagli eventi quali organizzazione manifestazioni diverse (cinema, teatro, feste, concerti) ai corsi vari». Paradossalmente, così i socialisti, «eccetto gli interventi legati al verde pubblico, nessuna delle attività svolte illustrate dai presidenti rientrava tra quelle previste dal regolamento al decentramento». Queste le proposte: «Si vorrebbe eliminare tutta la documentazione fornita ai quartieri e la quasi totalità dei superflui pareri ora previsti. Si vorrebbe ridurre il numero dei consiglieri a sette e rendere alternativa la candidatura al consiglio comunale e al consiglio di quartiere e ci si potrà candidare in una sola circoscrizione». Si vorrebbero soprattutto «rendere chiare le attualmente “fumose” competenze dei quartieri, in modo che risultino dettagliate nel nuovo regolamento. Inoltre si propone un nuovo metodo di gestione delle proposte dei consiglieri, facendole transitare dal consiglio di circoscrizione alle commissioni competenti. Si cerca di mettere un freno alle miriadi di interrogazioni e proposte che impegnano gli uffici su materie non di competenza dei quartieri». Sulla partecipazione dei cittadini «dovrebbero restare le consultazioni di categorie o settori della popolazione e l’assemblea popolare».