Questionario sulla “razza”, l’Asl si scusa 

Bufera nazionale sul documento inviato alla scuole. Zerzer e Tait: «Tradotto dall’inglese, ma è stato un errore»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La Asl corre ai ripari, si scusa e promette la modifica del questionario che chiede la «razza» degli alunni. Lo scandalo, sollevato ieri dall’Alto Adige, è diventato un caso nazionale, con interrogazioni parlamentari. Bufera ieri negli uffici della azienda e del Comprensorio sanitario di Bolzano, da cui sono usciti i questionari della Neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva. Il direttore generale Florian Zerzer ci mette la faccia e firma il comunicato di scuse. Le stesse parole Zerzer pronuncerà anche con il Tg1, che ieri lo ha intervistato. Il problema nasce, viene specificato, per un problema di traduzione. Il questionario nasce negli Stati Uniti, dove è consentita l’indicazione della «race» delle persone. Ma «razza» in italiano è una parola inaccettabile. «Correggeremo l’errore di traduzione il prima possibile», annuncia Zerzer. Anche Umberto Tait, direttore del Comprensorio di Bolzano, ha fatto trapelare il suo imbarazzo: «Non ero a conoscenza del questionario. Mi scuso se è stata ferita la sensibilità di qualcuno».

LA VICENDA. Come riferito ieri, un gruppo di insegnanti di scuola media ha protestato per il questionario ricevuto dal Comprensorio sanitario per la valutazione di uno studente. Nelle sei pagine destinate alla compilazione degli insegnanti compare, tra le domande, «gruppo etnico o razza dell’alunno». Già ieri mattina il caso ha assunto portata nazionale, con la ripresa da parte di televisioni e siti dei giornali. A livello politico, proteste di Nicola Fratoianni(Sinistra italiana), di Alessia (Pd) con interrogazione parlamentare, e di Alessandro Urzì a Bolzano ( a lato).

LE SCUSE DELLA ASL. Telefonate di fuoco tra uffici, poi ieri pomeriggio la Asl pubblica una nota di spiegazioni e di scuse. Il questionario «riguarda la “Child Behavior Checklist” (Cbcl), riconosciuta a livello internazionale ed è uno degli strumenti di valutazione nel processo diagnostico per i piccoli pazienti con disagio neuropsichiatrico. Tale questionario è uno strumento validato e raccomandato dalle varie comunità scientifiche della Neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva, compresa la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. La "Child Behavior Checklist" fa parte del sistema di questionari sviluppati dall'Aseba-Institute (Achenbach System of Empirically Based Assessment) di Burlington, Usa. Poiché tali questionari sono tradotti in più di 60 lingue, è possibile effettuare dei confronti interculturali». Qui si arriva al tema razziale: «Le domande sull'origine e sul background culturale dei giovani pazienti sono quindi essenziali, non solo per il trattamento individuale, ma anche per la comparabilità scientifica a livello mondiale». Ma Asl ammette l’errore. Così Zerzer: «Il termine inglese "race" non avrebbe mai dovuto essere tradotto con la parola "razza". In Europa questo termine è inteso e percepito diversamente, rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, per esempio. A nome dell’Azienda sanitaria mi scuso per il fatto che tale termine sia stato utilizzato in questo contesto». Zerzer aggiunge: «Ringrazio i cittadini che ci hanno segnalato l’accaduto. L'errore di traduzione verrà corretto il prima possibile».

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