Quici, la figlia piange ma ricorda poco 

Per molti aspetti la deposizione è risultata lacunosa. Nel corso della lite il coltello sarebbe stato nelle mani della vittima  


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Una deposizione lacunosa che probabilmente non ha assolutamente modificato la posizione della pubblica accusa e della difesa in relazione alla morte per dissanguamento di Alessandro Heuschreck. A diversi addetti ai lavori è parsa così la testimonianza resa ieri mattina davanti alla Corte d’assise d’appello di Bolzano dalla figlia minorenne di Ester Quici, la donna che conviveva con la vittima in un appartamento in corso Libertà e condannata in primo grado a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Era stata la stessa ragazzina, che nel processo di primo grado aveva preferito non intervenire, a chiedere di poter deporre per cercare di aiutare la madre a dimostrare la presunta verità e cioè di essere innocente. Per l’adolescente (accompagnata dalle assistenti sociali che si occupano di lei) è stata un’esperienza molto faticosa e dolorosa. In alcuni momenti la ragazzina ha anche pianto. La mamma Ester Quici ha preferito non essere in aula proprio per evitare di caricarla di ulteriore responsabiltà. La deposizione è avvenuta a porte chiuse ed è durata tre ore e mezza. La sedicenne è apparsa quasi subito molto provata, agitata e tesa. La ricostruzione della tragedia è stata solo parziale. A specifiche domande la teste ha più volte risposto di non ricordare e nulla ha saputo raccontare sui momenti decisivi del furibondo litigio tra l’imputata e la vittima, conclusosi in tragedia. Questo per il semplice motivo che nella fase delle coltellate e del ferimento di Alessandro Heuschreck la ragazza sarebbe stata nella sua camera. Ha raccontato di aver assistito alla prima fase del litigio; ha confermato che Heuschreck avrebbe iniziato a dare in escandescenza per motivi di gelosia (esattamente come ha sempre sostenuto l’imputata) ma ha poi raccontato di essere stata costretta dalla madre ad andarsene in camera. La teste ha raccontato di essersi affacciata una sola volta perchè preoccupata del trambusto e delle urla e di aver notato la madre china su Alessandro Heuschreck impegnata a tamponargli le ferite. In altre parole la ragazzina ricorda nitidamente solo due momenti della tragedia: in entrambi la madre non avrebbe impugnato alcun coltello che, invece, sarebbe stato nelle mani della vittima. La teste ha anche detto di non ricordarsi nulla della fase in cui la madre decise di ripulire i pavimenti della casa dal sangue perso abbondantemente dal convivente, prima di dare l’allarme. La teste ricorda invece di essere scesa in strada per recuperare il telefono della madre, dimenticato in auto. L’udienza è stata aggiornata al 18 e 19 settembre con requisitoria della Procura, arringhe della difesa e sentenza.

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