Röchling: «Il fumo? L’ultimo dei problemi»

Il direttore Magnabosco dà la giusta priorità alla difficile situazione dell’azienda «Dobbiamo tagliare i costi altrimenti tutti gli accordi saranno cancellati»


di Ezio Danieli


LAIVES. «Quello del fumo è il minimo dei problemi che ci sono, in questo periodo alla Röchling. Vi sono una serie di problematiche di notevole spessore che bisogna risolvere, assieme, per venire fuori da una situazione decisamente difficile». Chi parla è il direttore generale Lorenzo Magnabosco. Che risponde alle critiche fatte l'altro giorno da Stefano Schwarze, sindacalista della Cgil/Agb, facendogli notare che le questioni sul tappeto sono ben più spinose di quelel del divieto di fumo. E decisamente più preoccupanti per i lavoratori. «Non è vero - dice Magnabosco - che vi sia una rivolta fra i lavoratori. Qualcuno di loro ha fatto presente a me e alla mia segretaria i disagi cui si potrebbe andare incontro se venissero aboliti i vari punti per i fumatori esistenti in azienda. Ma ha poi aggiunto che si tratterrebbe comunque di un vantaggio per la sua salute». Il divieto di fumare all'interno della Röchling viene criticato dai sindacati, e dalla Cgil/Agb in particolare, perché si tratterebbe di una imposizione della direzione aziendale. «Sarebbe meglio - sostiene in sintesi Schwarze - trovare una soluzione ragionata». Ribatte Magnabosco: «La posizione dei sindacati su questo problema evidenzia una serie di divergenze sulle quali non voglio intromettermi. Dico solo che i problemi da risolvere sono altri e di portata decisamente maggiore».

Il direttore generale, che ha promosso diversi incontri con i sindacati e che si appresta a tenerne altri per cercare una via d'uscita, evidenzia che «La fabbrica di Laives, assieme ad un'altra nel nord della Germania, è l'unica del gruppo che non ha i conti apposto. Una soluzione bisognerà trovarla per evitare che sia il management del gruppo ad individuarla e quindi ad imporla. Finora abbiamo presentato un'ottantina di provvedimenti per migliorare la situazione. Che non sono stati sufficienti. Bisogna ridurre il costo del lavoro. Speriamo di riuscire a farlo con la collaborazione dei sindacati». Le trattative si sono spostate sul premio aziendale unico. La proposta della direzione aziendale è di mantenere il premio aziendale agli attuali 150 euro mensili, prevedendo 5 criteri variabili con i quali sarà possibile solo abbassare la somma per allinearsi sotto il lavoro della concorrenza. La risposta dei sindacati è stata contraria. Ma, per fortuna, i margini per trattare non si sono esauriti. Continueranno quindi gli incontri sperando che una soluzione la si possa trovare, entro maggio che è il termine fissato, come ultimatum, dalle organizzazioni sindacali per raggiungere un'intesa. E, in caso di mancato accordo? La Röchling ha già annunciato che disapplicherà tutte le intese in vigore. E questa affermazione è decisamente più importante del divieto di fumo.

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