CALDARO. Ragazzina di 15 anni in coma etilico dopo aver bevuto troppo al termine di una serata trascorsa con gli amici. L’espisodio risale ad alcune settimane fa, ma è stato reso noto solo ieri dai carabinieri, che hanno denunciato per somministrazione di alcol a minori la titolare del locale (il Noah Pub di Caldaro), la 58enne M.N., e il figlio, il 32enne A.R.. I militari dell’Arma - in questo caso a procedere è stata la stazione di Cortaccia - hanno interrogato la ragazza, che dopo essersi ripresa ha raccontato dove aveva trascorso la serata. Il pub di Caldaro è uno dei più frequentati dell’Oltradige e attira soprattutto nei fine settimana oltre 200 teenager provenienti anche dalla zona di Bolzano. Il servizio di sicurezza predisposto dai gestori - che si occupano anche delle discoteche Baila e Juwel di Appiano - è di tutto rispetto, ma spesso non basta per controllare tutti i clienti. Normalmente, durante il weekend, ci sono tre bodyguard, due all’interno e uno all’ingresso. È loro compito controllare anche le carte di identità dei giovanissimi clienti, che in taluni casi sono anche risultate contraffatte.
Sui minori ubriachi sono agghiaccianti i dati forniti dal primario del pronto soccorso Franco De Giorgi. «Ogni fine settimana arrivano 3/4 minorenni in coma etilico. E lo stesso accade quando le scuole chiudono per le vacanze. I minorenni, dai 13/14 anni in su, bevono ogni genere di intruglio, superalcolici compresi. Birra e vino vanno per la maggiore dai 18 in poi». Solitamente, dopo una lavanda gastrica, i teenager che abusano di alcol vengono dimessi in giornata o dopo una notte in osservazione. Vengono attivati, poi, gli specialisti del servizio di alcologia per capire se, oltre all’ubriacatura, ci siano o meno altri problemi. I casi di coma etilico registrati in un anno sono circa 600.

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