Rainerum, Tommasini invia gli ispettori

Contratto del “buon cristiano” e gay, interviene l’assessore. E intanto don Dino Marcon è in partenza per un’altra scuola


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Il contratto del “buon cristiano”, quello che l’istituto salesiano Rainerum ha adottato come documento formale di iscrizione al prossimo anno scolastico per gli alunni e le loro famiglia, verrà passato ai raggi x dagli ispettori dell’intendenza scolastica. La decisione è stata presa ieri dal vicepresidente della Provincia e assessore competente sull’istruzione in lingua italiana Christian Tommasini, tra l’altro ex studente dell’istituto.

«Dopo le dichiarazioni del direttore, era doverosa da parte della Provincia una presa di posizione, vogliamo che la nostra scuola sia luogo di formazione e crescita inclusiva di cittadini cosapevoli e solidali. Qualsiasi atto o anche solo dichiarazione che adombri l´ipotesi di una qualsivoglia forma di discriminazione va prevenuta e condannata in modo fermo». Quindi la decisione di mobilitare gli ispettori dell’intendenza, per effettuare tutte le verifiche necessarie, sia su come viene trattato il tema dell’omosessualità tra i giovani, che per le altre “questioni” emerse durante l’intervista rilasciata dal direttore al nostro giornale.

«Si tratta di una questione molto delicata e spiacevole, che abbiamo intenzione di approfondire con i vertici del Rainerum - afferma Tommasini - non è ammissibile nemmeno l’idea che gli omosessuali vengano trattati da “diversi”, e poi c’è anche la questione dell’apertura verso le altre religioni: il fatto che il Rainerum sia un istituto gestito da un ordine religioso non significa che non debba rispettare gli obblighi di una scuola parificata, che riceve finanziamenti pubblici e che svolge una funzione che non è quella di una scuola confessionale».

Circa cento mila euro l’anno, è il contributo che la Provincia versa all’istituto salesiano per sopperire alla carenza di posti nelle scuole pubbliche del capoluogo.

«L’idea del contratto, e il modo in cui è stato redatto - prosegue l’assessore - sono un nodo che vogliamo affrontare il prima possibile, e arrivare ad un chiarimento; lo dico anche nell’interesse dello stesso istituto, che in questi giorni sta dando un’immagine di se che forse non merita, noi conosciamo bene il livello d’eccellenza dell’insegnamento e degli insegnanti stessi di quella scuola, che in termini di accoglienza non ha mai avuto nessun problema, più durerà questa questione e più l’immagine dell’istituto ne sarà danneggiata».

E intanto è arrivata anche la comunicazione alle famiglie degli studenti che dal prossimo anno Don Dino non sarà più il direttore dell’istituto: secondo la regola salesiana, il sacerdote è tenuto a rispettare una certa rotazione degli incarichi, e per questa ragione sarà destinato ad un’altra scuola, forse nel Veneto.

E nel frattempo non si sono fatte attendere le prese di posizione, da un lato e dall’altro dello schieramento che divide sostenitori dell’iniziativa e del messaggio del prelato, e critici di una “mentalità” considerata ormai superata anche per gli uomini di Chiesa. Su twitter si sono “affrontati” l’ex segretario del Pd altoatesino Antonio Frena e il sindaco Luigi Spagnoli, che ha anche coniato l’hashtag #StoconDonDino, e al quale Frena ha risposto con un hashtag altrettanto provocatorio #arridatecedongianfranco. «Per quanto riguarda il discorso sull'omosessualità non mi sembra ci sia nulla di strano in quanto detto da don Dino Marcon. Nessuna discriminazione nei confronti dei giovani omosessuali, ma una protezione attraverso un accompagnamento speciale», ha affermato il sindaco, mentre Sel minaccia le barricate: «Le richieste avanzate nel "contratto del buon cristiano" sono incompatibili non solo con i compiti di pubblico servizio sanciti dalla legge e con i conseguenti finanziamenti, ma anche con alcuni principi di libertà della Costituzione e delle Leggi dello Stato. Solleveremo il caso a tutti i livelli, incluso il Parlamento».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità