Randi: «Stop ai manager con incarichi a vita»

La giunta «obbligata» a confermare il direttore generale dell’Assb Marcato L’assessore: «Già inviato in Provincia le nuove regole per cambiare lo Statuto»



BOLZANO. «Basta ai manager inamovibili. L’articolo che abbiamo messo a punto e già inviato in Provincia, perché venga inserito nello Statuto dell’Azienda dei servizi sociali, prevede che entro sei mesi dall’insediamento, la nuova giunta possa confermare o sollevare dall’incarico il direttore generale. Riteniamo che la disposizione sia operativa nei prossimi mesi». Domani l’assessore Mauro Randi porterà in giunta la delibera che conferma - com’era per altro scontato - l’incarico di direttore generale dell’Azienda dei servizi sociali a Bruno Marcato: è il terzo mandato consecutivo. Guida da dieci anni e lo farà per i prossimi cinque, l’Azienda che conta circa mille dipendenti e ha un budget di 80 milioni. Cifre queste che giustificato un’indennità che nel 2013 è stata di quasi 113 mila euro.

Randi, e non solo lui per la verità, questa volta avrebbe voluto cambiare, ma a quanto pare non c’erano alternative.

«Purtroppo - spiega l’assessore Randi - lo Statuto non è chiaro. Abbiamo chiesto ai giuristi di dirci se potevamo chiudere allo scadenza del contratto (il 14 luglio) il rapporto. La risposta è stata che corriamo il rischio di esporci a dei ricorsi, cosa questa di cui non abbiamo assolutamente bisogno. Ci sono già due contenziosi in atto - uno riguarda Anna Vittorio, ex caporipartizione dell’ufficio cultura e l’altro Manfred Schweigkofler (Fondazione Teatro) - vorremmo evitare di trovarci in situazioni analoghe anche per quanto riguarda l’Assb».

Ma com’è possibile che la pubblica amministrazione, alla fine di un contratto con un manager, non possa chiudere il rapporto?

«Il buonsenso ci dice che deve essere possibile, anche perché il direttore dell’Assb non è un nostro dipendente, ma un esterno - è stato direttore dell’associazione La strada - che ha fatto una selezione ed è stato scelto in una rosa di più candidati. Scaduto il contratto si dovrebbe poter cambiare, non è così: la verità è che abbiamo troppe regole che si prestano a diverse interpretazioni».

Se la Provincia, come da voi richiesto, introdurrà la modifica dello Statuto, significa che il mandato del direttore generale potrebbe scadere con l’insediamento della nuova giunta comunale nel 2015?

«Anche qua dipenderà dall’interpretazione delle leggi. Direi che il mandato durerà altri cinque anni, ovvero fino al 2019. Il nuovo corso partirà da lì».

Avete qualche esempio in Comune in cui un manager non sia inamovibile?

«Il city manager Helmuth Moroder ha un mandato che scade con la giunta comunale».

In questo caso non c’è il rischio ricorsi?

«No, perché il regolamento è chiaro. Situazioni analoghe le abbiamo in Provincia con i capodipartimento il cui mandato è legato a quello dell’assessore».

Anche i dirigenti comunali però sono di fatto inamovibili.

«È una situazione diversa, perché parliamo di persone che hanno sostenuto un concorso». Sta di fatto che anche quando l’amministrazione non dovesse più rinnovare l’incarico dirigenziale o fosse lo stesso dirigente a rinunciarvi, dopo 15 anni, la persona in questione continua a percepire l’indennità piena.













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