Referendum, nella Svp fronda per il no

Partito diviso sulla riforma costituzionale. Kompatscher: «Abbiamo ottenuto il massimo». Servirà un congresso ad hoc


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Una autonomia speciale più forte, circondata da Regioni alleggerite, con poteri riconsegnati allo Stato. C’è anche questo nella riforma costituzionale che in autunno verrà sottoposta a referendum (data da fissare). Ed è su questo che la Svp si dovrà misurare. Le acque sono agitate, servirà un congresso ad hoc.

Il governo attende di avere la Stelle alpina, partito di maggioranza, al proprio fianco nella campagna per il sì. Ha già visitato Bolzano il ministro Maria Elena Boschi, nelle prossime settimane tornerà il premier Matteo Renzi. I parlamentari della Svp hanno votato a favore della riforma: non sono state taciute le critiche sull’impianto centralista, ma la delegazione Svp è riuscita a inserire per la prima volta la clausola di salvaguardia, che ha giustificato il voto positivo in aula in tutti i passaggi. Gli articoli della nuova costituzione sui poteri delle Regioni non avranno valore per le autonomie speciali, fino a quando non verranno modificati gli Statuti. E queste modifiche dovranno procedere con il meccanismo dell’intesa tra Stato e Provincia. Saranno possibili ulteriori competenze per Bolzano.

Da questo, a mobilitare il partito nella campagna del «sì» ce ne corre. La fronda dei contrari, guidata dalla vecchia guardia, è profilata da tempo.

Da qui la decisione del presidente Arno Kompatscher e dell’Obmann Philipp Achammer: sarà tutto il partito a scegliere da che parte stare. Se schierarsi con il sì, partecipando alla campagna elettorale, lasciare libertà di voto o, improbabile, unirsi al multicolore gruppo del no, che va dalla sinistra al centrodestra, destra sudtirolese e Movimento 5 Stelle.

A breve la base della Svp verrà chiamata a raccolta per discutere del referendum, durante un congresso straordinario o una assemblea dei referenti locali, gli Ortsobleute. Ancora sabbia nelle scarpe per i vertici della Svp: incassata la sconfitta nel referendum sull’aeroporto, la riforma costituzionale si aggiunge alla rivolta della Svp dell’Alta Val d’Isarco per la chiusura del punto nascita di Vipiteno. Il gruppo del «no» contesta la solidità delle garanzie per l’autonomia speciale. In prima linea c’è l’ex senatore Oskar Peterlini (pure impegnato sul no all’aeroporto), che pubblica relazioni demolitorie della riforma. Durissimo è stato anche l’ex Obmann Siegfried Brugger, come pure l’ex presidente Luis Durnwalder. Se queste personalità sono ormai fuori dagli organismi dirigenti, le discussioni sulla riforma hanno incendiato più volte le sedute del partito. Helmuth Renzler, leader dell’ala sociale, sottolinea il proprio scetticismo: «Quanto potrà durare il regime del doppio binario?». Kompatscher annuncia che in vista dell’assemblea straordinaria della Svp verranno chiesti ulteriori pareri di costituzionalisti: «Ci prepariamo a una discussione limpida, in cui vengano affrontati tutti i dubbi. Credo che anche i contrari più accaniti ormai concordino che la clausola di salvaguardia sia il massimo che potessimo ottenere. Di fatto avremo un potere di veto sulle modifiche allo Statuto. È vero tuttavia che ci troveremo più forti in un contesto centralizzato, e lo abbiamo detto». Daniel Alfreider, vice Obmann e deputato, ammette le tensioni:«È giusto decidere insieme, ma da due anni abbiamo deciso quale linea prendere, altrimenti non saremmo riusciti a inserire la clausola di salvaguardia. Spero che faremo un dibattito serio, lasciando fuori le rivalità personali. La storia della Svp dovrebbe avercelo insegnato, ma sembra che non sia così: sulle grandi strategie si può discutere furiosamente, ma dopo si guarda tutti nella medesima direzione».

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