Referendum per l’autodeterminazione, la Procura indaga per truffa

Il partito della Klotz avrebbe usufruito indebitamente dello “sconto” di Poste italiane per il materiale elettorale. Contestato danno di 642 mila euro



BOLZANO. Il “referendum” autogestito per chiedere se i sudtirolesi desiderassero tornare all'Austria è costata a Südtiroler Freiheit, il partito della Pasionaria separatista Eva Klotz, l'accusa di truffa da parte della Procura di Bolzano. Gli inquirenti ipotizzano che il partito della destra sudtirolese abbia truffato le Poste, ottenendo lo sconto riservato alla pubblicità elettorale sui francobolli per inviare i moduli ai cittadini.

Oltre all'ipotesi di truffa aggravata, la Procura ipotizza anche il reato di trattamento illecito dei dati personali. Nel mirino del magistrato il cosiddetto referendum sull'autodeterminazione indetto dal partito nell'ottobre 2013. Secondo l'accusa, il movimento politico avrebbe usufruito dello sconto che Poste Italiane prevede per inviare materiale elettorale, inviando invece materiale concernente il referendum, pagando 0,4 centesimi di euro, invece che 1,75. Il danno contestato dalla Procura ammonta a 642 mila euro.

La violazione della privacy viene contestata in quanto, tra i partecipanti al referendum era prevista l'estrazione di un viaggio premio e quindi il voto non poteva rimanere segreto come invece era stato assicurato. Al momento è iscritto nel registro degli indagati il segretario amministrativo Werner Thaler, nella cui abitazione (ed ex sede del movimento) i carabinieri hanno effettuato una perquisizione.

L'annuncio del referendum autogestito per l’autodeterminazione dell’Alto Adige era stato dato nel maggio del 2013: “Da inizio settembre a fine novembre 380.000 altoatesini potranno firmare a favore della riunificazione con il Tirolo; della creazione di uno Stato libero; oppure della permanenza con l’Italia”. A settembre dello scorso anno, il via alla campagna separatista con un video che aveva fatto molto clamore: questo

Il video sul cosiddetto “Indipendence Day” aveva provocato molte reazioni, sino a spingere molti (tra cui l'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa) a chiedere l'intervento della Procura. La quale, però, a fine novembre stabilirà l'inesistenza di reati, procedendo all'archiviazione. In ottobre, Klotz e i suoi si erano presentati in piazza Tribunale per “spazzare il tribunale”, a margine del processo per vilipendio alla bandiera. Poi, era iniziata la campagna referendaria, con 400 mila lettere spedite in tutto l'Alto Adige (Fotogallery). In gennaio, lo spoglio delle schede, e il suo esito: 61.189 partecipanticon il 92% espressosi a favore del diritto di autodeterminazione, il 7,46% si è detto contrario ma ci sono state anche 69 schede bianche e 163 non valide.

Affluenza piuttosto elevata solo nei Comuni periferici, di confine. Nelle città la consultazione non ha riscosso interesse. In Valle Aurina ha votato il 32,90%, a Gais il 29,15%, a Predoi il 28,77%, a Campo Tures il 27,39%, a Falzes il 25,83%, a San Leonardo in Passiria il 25,14%, a Vandoies il 24,64%, a Parcines il 23,85% e a Monguelfo il 23,75%. In una scheda c’è chi ha disegnato Mussolini e chi ha messo il tricolore.

All'indomani del referendum e del suo esito plebiscitario, la soddisfazione di Eva Klotz in questo video:

Presa di mira anche per la “disattenzione” sullo scandalo dei vitalidi d'oro, Klotz aveva festeggiato i sette anni del partito nel maggio scorso, con un libretto provocatorio con i “100 motivi per rimanere in Italia”: cento pagine vuote.

 













Altre notizie

Attualità