Regione, «sparite» le opere d’arte Valgono almeno 150 mila euro

Sono state realizzate tra gli anni ’50 e gli anni ’70 e l’ultima rilevazione risale all’aprile 2005 Urzì ne ha trovate e restituite due: «Ma dove sono finire le altre tele?». Moltrer: «Iniziate le verifiche»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Del patrimonio artistico del Consiglio regionale mancano all’appello circa cinquanta opere, che secondo il presidente della Regione Diego Moltrer risultano «non rilevate» (ci sono solo nell’inventario ma non si sa dove siano finite) mentre secondo il consigliere provinciale Alessandro Urzì sono state - in gran parte - semplicemente perse. Stiamo parlando di opere realizzate presumibilmente tra gli anni Cinquanta e Settanta, per le quali, spiega Moltrer, «sono stati predisposti 3 elenchi suddivisi per le sedi consiliari di Trento e Bolzano e per l’archivio». Sul valore del patrimonio artistico non c’è una stima precisa. Di sicuro sono costate (con la rivalutazione) almeno cinquantamila euro di soldi pubblici, ma oggi valgono almeno tra i 100 e i 200 mila euro. «Opere costate 7 mila euro - spiega il consigliere provinciale Alessandro Urz ì - vengono vendute oggi privatamente dagli stessi artisti anche a 40 mila euro. Il valore di mercato complessivo, pertanto, supera i 200 mila euro».

Ma il problema, oltre al valore, è quello di riuscire a stabilire dove siano finite, anche perché - come spiega Moltrer rispondendo all’interrogazione di Alto Adige nel cuore - l’ultima rilevazione risale all’aprile 2005 e in quell’elenco ci sono anche le due opere che lo stesso Urzì aveva trovato abbandonate in un piccolo magazzino a Bolzano. Si tratta del «Paesaggio ad olio» di Mahlknecht del 1968 (numero 709 dell’inventario) e del «Laghetto sui monti» di Lois Irsara del 1971 (numero di inventario 1082). «In diverse note precedenti - scrive Moltrer - il presidente del Consiglio regionale aveva invitato i presidenti delle giunte provinciali di Trento e Bolzano a voler verificare se le opere in questione risultino presenti negli uffici provinciali. Da registri tenuti prima dell’informalizzazione dell’inventario emergeva che i dipinti erano collocati presso uffici provinciali. Assicuro - conclude Moltrer - che provvederò ex novo a sollecitare in merito i presidenti delle Province e dei consigli provinciali in modo da consentire a questa amministrazione di intervenire con l’adozione delle opportune misure».

Quello che è certo è «che non esiste un catalogo presso il Consiglio regionale ma un file di riferimento con documentazione fotografica». Agli atti non risulta «la cessione di opere a favore di terzi ma alcune opere si trovano in comodato d’uso presso uffici esterni al Consiglio regionale».

Urzì intende spingersi oltre. «Presenterò un’interrogazione analoga in Provincia per capire se ci sia un problema anche a Bolzano. Di sicuro, per ora, mi ha colpito la superficialità nella gestione delle opere del Consiglio regionale. Visto il loro valore si tratta di uno spreco non da poco».

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