Reistenhofer, il Pm: possiamo prendere l'omicida

Parla il procuratore Markus Mayr: «La nuova pista ci regala una speranza»



BOLZANO. Avere in mano il profilo genetico del presunto omicida non significa aver risolto il caso relativo all'omicidio di Ulrike Reistenhofer, assassinata in val Pusteria 14 anni fa. Il lavoro per gli inquirenti è ancora tanto e ci vorrà probabilmente anche un pizzico di fortuna. L'indagine però ha fatto un bel passo avanti. E' questo in sostanza il pensiero di Markus Mayr, il procuratore aggiunto di Bolzano che sta seguendo l'inchiesta sul delitto. Procuratore Mayr, lei ritiene che vi sia una forte possibilità, a questo punto, di identificare l'assassino?

«Non possiamo essere troppo ottimisti o correre troppo. Al momento possiamo solo dire che abbiamo in mano uno spiraglio concreto di risolvere il mistero di Casteldarne. Possiamo dire di avere una speranza reale di farcela. Prima questa chanche non c'era neppure. Non è poco ma resta da fare tanto» Le indagini al tempo dei fatti furono comunque condotte a regola d'arte. Anche questo ha agevolato la possibilità di riprendere in mano i reperti e analizzarli nuovamente alla luce delle nuove tecniche investigative...

«Beh...questo è stato fondamentale. In effetti proprio dai reperti ottimamente conservati dell'epoca abbiamo potuto riprendere in mano il caso nella speranza di risultati diversi da quelli di 14 anni fa. In effetti nell'individuazione di tracce biologiche oggi ci sono possibilità che all'epoca non esistevano» Però già nel 1998 le indagini non trascuravano, per fortuna, la ricerca di tracce biologiche... «Proprio per questo abbiamo potuto riprendere in mano gli elementi dell'epoca al fine di farli riesaminare con le tecniche di oggi. Cercare di assicurare prove biologiche è una tecnica investigativa relativamente moderna ma era già in uso al tempo dell'omicidio di Ulrike Reistenhofer. Nel 1998 non lasciammo nulla di intentato anche perchè tutte le indagini non biologiche effettuate non avevano portato ad alcun risultato»

I reperti di pelle erano comunque già stati individuati 14 anni fa?
«In parte sì. Le nuove analisi compiute ad Innsbruck hanno permesso di lavorare con nuove metodologie scientifiche su alcuni reperti già scoperti all'epoca ma anche di individuare nuove microtracce che all'epoca erano sfuggite. Sono state rilevate sui vestiti della povera Ulrike e sono state sufficienti a ricostruire il profilo genetico di questa persona di sesso maschile che sicuramente è stata vicina alla vittima»

Queste nuove microtracce sono state rilevate solo sui vestiti?
«Per il momento sì. Come si ricorderà all'epoca sul luogo del ritrovamento del cadavere sulle rive della Rienza vennero trovati anche dei fazzoletti e qualche altro oggetto. Le nuove tracce però sono state trovate solo sui vestiti della vittima. Non è emerso nulla di nuovo invece dal sasso utilizzato dall'assassino per colpire la vittima in testa ed ucciderla»

La riapertura delle indagini per l'omicidio Reistenhofer non è stato provocato, dunque, da nessun fatto nuovo incidentale emerso negli ultimi tempi...
«No, abbiamo deciso di riprendere in mano l'indagine sulla base delle nuove tecniche di investigazioni scientifiche. Il caso ci interessa, non l'abbiamo dimenticato. Ora grazie al profilo genetico abbiamo raggiunto la certezza che l'assassino non è un noto criminale inserito nella banca dati del Dna in Austria, Germania e Italia. Ma i raffronti dei dati genetici proseguiranno».













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