Religione nelle scuole accordo Provincia-Curia

È la prima intesa per regolare l’insegnamento cattolico negli istituti pubblici dall’asilo alle superiori. Rientrerà anche nel curriculum obbligatorio della Lub



BOLZANO. Un’intesa sottoscritta ieri dal presidente Arno Kompatscher e dal vescovo diocesano Ivo Muser regola per la prima volta in modo complessivo tutti gli aspetti essenziali dell’educazione religiosa nelle scuole per l’infanzia, affidata agli esperti pedagogici, e dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche.

In Alto Adige, dove la materia è regolata da norme speciali come in tutte le regioni di confine, non sono applicabili le intese siglate tra Stato e Chiesa cattolica. Quello firmato è pertanto "il primo accordo che crea una base solida per una collaborazione fra la Provincia e la Diocesi in materia di educazione religiosa e di insegnamento della religione. Per la prima volta sono regolati in modo complessivo tutti gli aspetti essenziali dell'educazione religiosa nelle scuole per l'infanzia e dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, negli istituti di formazione professionale e superiori", ha sottolineato Kompatscher.

L'intesa raccoglie e sintetizza l'esperienza pratica fatta sinora precisandone alcuni aspetti. Ad esempio viene previsto che la costruzione delle competenze pedagogico-religiose rientra nel curriculum obbligatorio del master di studi in scienze della formazione primaria alla Lub. Con questo criterio si vuole garantire la sensibilizzazione dei futuri insegnanti di scuola primaria e dell'infanzia sul significato dell'educazione religiosa e invitarli ad approfondire con i bambini in modo adeguato le questioni fondamentali della vita e della concezione del mondo sul piano filosofico e teologico. "Questa intesa naturalmente non intende introdurre l'insegnamento della religione nelle scuole per l'infanzia. L'educazione religiosa, a differenza che nelle altre aree del territorio nazionale, in Alto Adige rientra tra i compiti formativi degli esperti pedagogici che operano nelle scuole materne", ha precisato Kompatscher. Nel resto d'Italia invece l'educazione religiosa negli asili viene impartita attraverso specifici insegnanti di religione. "L'insegnamento della religione cattolica non è un gesto generoso della Provincia o un privilegio della Chiesa, bensì fa parte dei compiti della scuola", ha detto il vescovo. L'educazione religiosa è importante per il singolo e per l'intera comunità e rappresenta un presupposto centrale per la democrazia, ha aggiunto. "La religione è una fonte irrinunciabile di valori per la società, che vanno al di là della singola persona. La rinuncia all'orientamento religioso non significa pertanto garanzia di maggiore modernità o umanità di una società". Nelle scuole per l'infanzia, nelle scuole e nell’insegnamento della religione, ha concluso il vescovo, "viene messo a disposizione lo spazio per sensibilizzare e educare alla religione possibilmente tutti i bambini e i giovani”. Garantire questo spazio “è il vero e unico obiettivo dell'intesa sottoscritta”.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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