L'intervista

Renner; «Le sette? La pandemia è il pascolo ideale»  

Il teologo, esperto di movimenti fondamentalisti, sulle donne arrestate in Pusteria: «Non sono stupito, certi fenomeni qui si mimetizzano. La nostra discrezione è proverbiale» 


Francesca Gonzato


BOLZANO. Una setta fondamentalista cattolica nel cuore della Valle Aurina. «Non ne sono sorpreso affatto», reagisce don Paolo Renner. E non lo dice solo perché si tratta di uno dei massimi esperti in materia nella nostra provincia. In Alto Adige non vige un forte controllo sociale, a causa della conformazione territoriale e sociale?«Non sono d’accordo. Non sappiamo cosa accada dietro la porta di casa dei nostri vicini. E la marcata attitudine alla riservatezza, se non vogliamo parlare di omertà, fa il resto. Si partecipa insieme alle attività sociali, poi magari c’è una doppia vita. Abbiamo avuto dei gruppi satanisti perfettamente mimetizzati, perché da noi si preferisce non chiedere troppo», così Renner, direttore dell’Istituto di scienze religiose e docente di teologia fondamentale e scienze delle religioni comparate.

Restano in carcere le cinque donne pusteresi collegate alla chiesa svizzera dei Neuchristen (nuovi cristiani), guidata da Nikolaus Schneider, lo Schwert Bischof (vescovo della spada). Sono accusate di maltrattamenti familiari ai danni dei figli, a causa dei pesanti riti religiosi cui sarebbero stati sottoposti.

La Procura indaga, ma la diocesi e il Vaticano non sono certo distratti su questi fenomeni.

In curia l’Ufficio del dialogo (retto da Martin Pezzei) ha una sezione dedicata alle «nuove visioni del mondo», eufemismo per la dura realtà delle sette religiose. Abbiamo chiesto a don Renner un aiuto per comprendere il fenomeno.

Partiamo dall’inizio. La chiesa preferisce non usare più il termine «setta» vero?

Esatto, c’è tra l’altro un problema di definizione giuridica. Posso però verificare se un determinato gruppo pratica metodi settari.

I «Nuovi cristiani» sono considerati fuori dalla chiesa cattolica?

Di più, direi che sono fuori dalla chiesa. Su questa materia collaboriamo molto con gli evangelici e gli anglicani, perché abbiamo problemi comuni: chiese fortemente ostili alla chiesa tradizionale, che portano avanti teorie non condivise e non condivisibili. Ci sono gruppi secondo cui le “mele marce”vanno allontanate dal gruppo, perché rischiano di contaminare gli altri: una teoria che non possiamo appoggiare, perché il peccatore può cambiare eccome. Altri ritengono che l’omosessuale in sé sia un peccatore, sciocchezza che nessuna chiesa sottoscrive.

In Alto Adige i Neuchristen su quanti aderenti contano?

Poche decine. Sono gruppi che crescono attraverso il contatto tra parenti o vicini.

Quali altri movimenti-sette sono presenti?

Nelle valli ladine abbiamo un paio di gruppi che diffondono il messaggio assurdo secondo cui la pandemia sarebbe la punizione dei peccati degli uomini. La Madonna avrebbe detto che chi si vaccina va all’inferno.

Un messaggio che la Madonna avrebbe comunicato loro per e-mail o telefono, si suppone.

Infatti papa Francesco dice “non credo nella Madonna postina”. Questi e altri gruppi sono portatori di messaggi fanatici, inquietanti, minacciosi. Il settario lavora con la paura e con la persecuzione di chi si sottrae. La strategia di fidelizzazione è graduale, poi stringono il cerchio.

La pandemia è un terreno privilegiato per i gruppi settari-fondamentalisti?

Molti gruppi no-vax si ammantano di un’aura religiosa: Gesù può curare qualsiasi male, dicono. Le persone hanno bisogno di credere in qualcosa o qualcuno e c’è chi, abilmente, riesce a forzare il filtro razionale. La pandemia è il pascolo ideale per certe dottrine, perché le persone possono aggrapparsi a qualsiasi pezzo di legno scambiato per una scialuppa di salvataggio. Viene fatto circolare il messaggio “noi siamo i migliori, i puri, quelli che rispettano la tradizione mentre tutto il resto è degrado”. E ancora “noi sappiamo qual è la verità tenuta nascosta”. Ci si illude di emergere dalla massa, in realtà si sprofonda. Il Novecento ci ha insegnato quanto possano essere seducenti i leader forti, da Hitler e Mussolini a Stalin e Mao.

E la diocesi come reagisce o prova a reagire?

La diocesi offre un orientamento ai fedeli, predica una dottrina conforme al Vangelo, chiede di credere ma pensando, secondo l’insegnamento di Sant’Agostino. La fede cieca non è dei cristiani.













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