Renon abbraccia i bambini di Thomas

L’addio ad Auna di Sotto a Lun, il vigile del fuoco morto sotto la valanga della Gran Vedretta. Lascia tre figli piccoli


di Alan Conti


AUNA DI SOTTO. Il vento soffiava ieri pomeriggio sotto il sole tiepido dell’Altopiano del Renon. Nel cimitero che circonda la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Lucia ad Auna di Sotto c’era il feretro di Thomas Lun, quarantenne contadino della frazione. Sabato scorso con gli amici Peter Vigl,Ulrich Seebacher ed Andreas Zöggeler è stato travolto da una valanga sulla Gran Vedretta nel gruppo del Gran Pilastro in Val di Vizze.

Dietro alla bara la moglie Maria Graf, insegnante di scuola materna e figlia del sagrestano. Lo sguardo era provato ma per tutto il tempo si è preoccupata di fare coraggio ai suoi tre piccoli bambini. Il più grande è Paul, 9 anni, poi ci sono Lorenz e Moritz. Tutti con un girasole in mano. Sono piccoli e lei li ha trattenuti a sè, quasi a difenderli da un momento che è troppo difficile da affrontare con così poca vita alle spalle. Il loro papà non c’è più e a salutarlo sono venuti in trecento. A spiccare, ordinati, gli uomini in divisa dei corpi volontari dei vigili del fuoco di Auna di Sotto, Auna di Sopra, Campodazzo, Vanga, Bolzano, Longomoso e Longostagno. L’Aiut Alpin Dolomites e il soccorso alpino di Renon/Barbiano hanno voluto donare una corona di fiori. A portarla è stato l’amico di sempre, Andreas Pöhl, a cui il gruppo mandava sempre le foto una volta raggiunta una qualsiasi cima. Sabato il telefono è rimasto in silenzio come in silenzio era il paese al suono delle campane durante la camera ardente allestita nella cappella cimiteriale. Sopra la bara è stata posizionata la composizione di fiori gialli della moglie e dei figli, al fianco quella rossa dei vigili del fuoco e della squadra di hockey Sc Schleifer. Davanti, su un cuscino, è stato adagiato il casco e le medaglie da vigile del fuoco di Lun: un’antica tradizione. In prima fila presenti anche il sindaco di Renon Paul Lintner e il maresciallo capo dei carabinieri, comandante della stazione di Renon, De Matteis. In coda al corteo sono stati innalzati sui pennoni due grandi stendardi con figure sacre: sono quelli utilizzati nelle processioni più sentite. Davanti al feretro arriva anche padre Theo Obkircher. Conosceva Lun, l’aveva sposato dieci anni fa. Era un amico e la voce si è spezzata nell’omelia: «Una tragedia in montagna che ci ha portato una sofferenza di cui non capiamo il senso. Dobbiamo avere fiducia perchè la morte non è la fine e la nostra comunità si stringerà alla famiglia che rimane tra noi». Lo sguardo di Maria è forte: sono in tanti, assieme a lei, ad abbracciare quei bimbi.

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