Renzi sconfessa Bizzo e nomina Mauro Marchi

Scontro sulla presunta “designazione” dell’assessora come rappresentante provinciale dell’ex premier. Bizzo ammette: «Era una promessa solo a voce»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Il "contrordine compagni!" è arrivato dopo neppure 24 ore. Come ai vecchi tempi. Monica Franch viene rimossa e al suo posto, nel ruolo di rappresentante regionale della lista Renzi alle primarie Pd, appare Mauro Marchi. Nel documento inviato a Bolzano si legge: «Il sottoscritto Matteo Renzi, nato a Firenze e residente a Pontassieve, nella sua qualità di candidato alla carica di segretario nazionale del partito democratico per le primarie di domenica 30 aprile, delega Alessandro Giovannelli a rappresentarlo nella commissione nazionale e a nominare i propri rappresentanti nelle commissioni regionali e provinciali. Firmato: Matteo Renzi....(foglio successivo). Io sottoscritto Alessandro Giovannelli nomino i rappresentanti regionali... e per la provincia di Bolzano Mauro Marchi... firmato ecc ecc...». Quando si parla di dem bolzanini, di questi tempi, meglio riportare le cose pari pari. E toccarle con mano. Come San Tommaso. Ma sotto i documenti formali appare la sostanza, tutta politica, di ore concitate. E che hanno portato, ieri mattina, ad una decisione della stessa Franch. «Monica - racconta Roberto Bizzo - ha fatto un passo indietro dopo aver saputo delle pressioni compiute per stracciare la delega appena ricevuta...».

Insomma, è giunto il contrordine ma, poco prima del suo arrivo, l'assessora comunale aveva già scelto di ritirarsi. In realtà, la lettera di incarico Monica Franch non l'ha avuta in mano semplicemente perché non le è mai arrivata e mai le è stata spedita. Sembra che vi fosse stata non più di una vaga ammissione verbale su una possibile designazione di compromesso fatta, solo al telefono, da un membro della commissione nazionale.

«Ecco, è stato scoperto il loro gioco - ha detto infatti un esponente importante della maggioranza dem a Bolzano - ci avevano provato, avevano percorso vie ufficiose, magari giocato sulla buona fede di qualcuno a Roma. Ed ora lasciano il campo...». Lo stesso Bizzo ammette l'inciampo quando afferma: «In realtà avevamo parlato con Alessandro (Giovannelli, il delegato di Renzi per le nomine ndr) che ci aveva detto: “So della situazione a Bolzano, delle vostre tensioni interne, per cui direi che una figura come Franch potrebbe costituire un buon riequilibrio”. A noi - continua Bizzo - non servono i timbri, bastano le parole chiare... E le parole di Alessandro lo erano». Non è andata però così. Dunque nessuna lettera per Monica Franch, ecco il punto. Una ricostruzione, fuor dalle singole interpretazioni potrebbe essere questa. La minoranza dem ha avuto un contatto diretto con Giovannelli, il quale avrebbe, nella sue veste di delegato renziano alla questione, assicurato Bizzo che una figura come la Franch poteva essere un segnale di disgelo con la maggioranza; saputo delle dichiarazioni dell'assessora, felice per l'incarico, gli esponenti della maggioranza sono caduti dalle nuvole e hanno subito, già l'altro pomeriggio, chiesto ragione della decisione al comitato nazionale. Per loro solo "presunta".

Da Roma non hanno fatto altro che postare a Bolzano la missiva ufficiale. La quale porta la data del 18 marzo. Tempi non sospetti dunque. Che fanno domandare: perché allora Franch era così certa della nomina?

Insomma, una commedia degli equivoci. Poche ore dopo è giunta la smentita ( a voce) e poi la lettera d'incarico (per posta) a Marchi. Mauro Marchi, dirigente di varie aziende energetiche, tra i primi nomi nella lunga lista pro Renzi messa a punto nei giorni scorsi da Carlo Costa, l'ha saputo ieri. E ha reagito come Monica Franch che, forse per altre vie, l'aveva saputo l'altro ieri: «Sono onorato per la nomina - ha detto Marchi - e mi metterò subito al lavoro con tutti quelli che si vorranno impegnare per Renzi segretario. Cosa dico di Monica Franch? Mah, non ho visto nulla di scritto che la riguardi. Dico solo che noi seguiamo le vie ufficiali, non ufficiose...».

Le stesse vie che hanno fatto giungere in Piazza Domenicani, sede del Pd, le deleghe per le altre due liste in corsa per le primarie nazionali. E sono quelle di Volanti per la lista Emiliano e Schoensberg per quella di Orlando. Rberto Bizzo, in ogni caso, già in rotta di collisione con la maggioranza dem per il suo no in commissione dei Sei all'accordo sulla toponomastica, vede comunque sempre più radicalizzarsi le posizioni a proposito del suo ruolo all'interno del partito. Dire che maggioranza (Costa-Tommasini-Bressa) e minoranza (Bizzo-Franch-Randi) sono separati in casa è poco. Significativa la formula usata dal comitato pro Renzi nel comunicato di Nadia Mazzardis dopo la conclusione della vicenda: «Il comitato accoglie con favore la rimodulazione messa in atto dal Pd che ha nominato Marchi... ecc».

Rimodulazione è una chicca lessicale. In ogni caso restano nel Pd due comitati renziani: uno molto numeroso e a questo punto l'unico ufficiale, assemblato da Carlo Costa e l'altro, quasi personale, dei bizziani. Ora, in ogni caso, come detto dal presidente del consiglio provinciale, "dovrebbero comunque lavorare insieme". Una volta richiusa quest'ultima ferita.













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