il processo

Ricattava una ragazzina di 14 anni per le foto hard

Condannato a due anni e otto mesi ad un uomo di 26 anni che aveva adescato un’altoatesina



BOLZANO. Ricattava una quattordicenne altoatesina per avere sue foto hard: è stato condannato a 2 anni e 8 mesi più 1.800 euro di multa. L’uomo, un 26enne bolognese, aveva incontrato la ragazzina su una chat, un sito che si annuncia come “il modo migliore per incontrare dei nuovi amici”. Ma invece di trovare un amico, la minorenne aveva trovato un persecutore, che prima le aveva promesso regali e poi l’aveva minacciata. Il tutto con un unico fine: ricevere da lei delle foto intime.

Una squallida vicenda che è approdata in tribunale, con il bolognese chiamato a rispondere delle accuse di adescamento di minori continuato e tentata estorsione. I fatti risalgono ad un paio di anni fa quando la giovanissima inizia ad usare un servizio chat. Fra le persone che incontra c’è anche il bolognese che, pur avendo10 anni più di lei, si sarebbe spacciato per un 14enne. Ma passa poco e le richieste di lui si allontanano dalla sfera dell’innocenza.

L’uomo inizia a chiedere alla ragazzina delle foto intime. All’inizio lo fa con atteggiamento scherzoso, poi diventa più insistente arrivando a promettere regali in cambio degli scatti «hot». Uno smartphone nuovo e una ricarica da 50 euro le sue offerte per convincere la giovane. Che poi viene minacciata, pesantemente, su WhatsApp. «Stuprerò te», «vengo a casa tua e ti faccio passare la voglia di farlo» (riferito all’intenzione della ragazzina di presentare denuncia) e ancora «pubblico le foto su Facebook con il tuo numero». L’uomo, infatti, era riuscito ad avere delle immagini personali della ragazza. Che poi avrebbe effettivamente pubblicato sul suo profilo Facebook, come è stato scoperto da un amico della 14enne.

Nelle conversazioni in chat, in cambio della rimozione delle foto, aveva anche chiesto numeri di altre ragazze “facili”. Ed era andato oltre, arrivando a dire: “Mi ha appena scritto uno di 55 anni che ti vorrebbe ... che gli dico?”, e a minacciarla in maniera più pesante: “Ti faccio pentire di essere nata”. Sul telefonino della minorenne sarebbero state inviate anche immagini ritraenti l’organo sessuale maschile: la destinataria ne era rimasta tanto colpita da chiedere aiuto prima ad un insegnante e poi ai genitori.













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