Ricordo di Zamperini Per fermare Egger morì il carabiniere

Cerimonia ieri al cimitero di Merano in onore dell’appuntato Nel giugno ’97 venne ucciso dal malvivente dopo una rapina


di Ezio Danieli


MERANO. Sono trascorsi 19 anni dal quel tragico pomeriggio di giovedì 12 giugno 1997, quando l’appuntato Candeloro Zamperini, libero dal servizio, in abito civile e disarmato, dopo aver assistito a una rapina in un istituto di credito in via Palade a Merano si era messo all’inseguimento a piedi del rapinatore datosi alla fuga, poi identificato in Florian Egger. Quest’ultimo, dopo una colluttazione col militare, ha estratto la pistola e l’ha colpito a morte.

Alla presenza dei vertici dell’Arma, il comandante della Legione Carabinieri “Trentino Alto Adige”, generale di brigata Stefano Mennitti e il comandante provinciale di Bolzano colonnello Stefano Paolucci, nonché di una folta schiera di rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo, ieri mattina si è svolta, presso il cimitero comunale di Merano, la cerimonia di commemorazione in forma solenne del sacrificio della Medaglia d’oro al valor militare, appuntato Candeloro Zamperini. Dopo gli onori e la deposizione dei fiori sulla tomba del militare, c’è stata la celebrazione della messa, officiata nella cappella del cimitero di Merano.

Il conferimento dell’onorificenza venne statuito il 3 giugno del 1998 con decreto del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. La motivazione recita: «Libero dal servizio ed in abito civile, occasionalmente presente all'interno di agenzia di credito oggetto di rapina a mano armata da parte di un malvivente, con ammirevole coraggio e cosciente sprezzo del pericolo, benché disarmato, non esitava a porsi al suo inseguimento mentre tentava di dileguarsi per le vie cittadine. Raggiunto il rapinatore, lo affrontava con fredda determinazione ingaggiando con lo stesso violenta colluttazione finché, colpito a morte da un colpo di pistola esplosogli da breve distanza, si accasciava esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio», Merano (Bolzano), 12 giugno 1997.

Dopo aver compiuto l’omicidio, Florian Egger si dette alla fuga in auto tra i boschi della zona tra Merano e la Val di Non, la valle di dove era originario. Egger venne catturato qualche settimana dopo dai carabinieri. Condannato a 25 anni di reclusione, dal 2007, in virtù dell’indulto, ha potuto fruire del regime di semilibertà. Il 28 aprile 2009, Egger è evaso dalla casa circondariale di Padova, dove era recluso. Il 22 novembre dello stesso anno dopo una lunga, intensa ed articolata attività d’indagine che ha interessato centinaia di militari dell’Arma, è stato arrestato a Ostia, mentre pregava all’interno di una chiesa, dai carabinieri del comando provinciale di Bolzano, in collaborazione con quelli della località laziale. Per la sua attività criminosa, Florian Egger è stato soprannominato “il Rambo di Lauregno”.

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