Ricorso contro il residence di lusso

Riapre il cantiere in via Weggenstein, si mobilitano i vicini: « Un palazzo di cinque piani è assurdo, ignorato il Tar»



BOLZANO. È ripartito il cantiere del residence di lusso in via Weggenstein 20, oggetto dal 2008 di contestazioni nel quartiere per i 5 piani previsti dal progetto. Gli operai sono tornati al lavoro in settembre e subito si è riaperto un nuovo fronte. Un confinante ha presentato un ricorso popolare alla Provincia, chiedendo di verificare l’operato del Comune che ha rilaciato una seconda concessione edilizia, dopo che la prima era stata annullata dal Tar. Gli uffici provinciali si sono già mossi, chiedendo al Comune la documentazione sulla pratica di via Weggenstein 20.

Il ricorso popolare previsto dalla legge urbanistica provinciale è solo il primo passo, informa Viviana Delli Zotti, la confinante autrice del documento, «mentre quella pratica è firmata solo da me, nei giorni scorsi tutto il condominio in cui vivo ha deciso di incaricare sia un tecnico che un avvocato per percorrere tutti i passi necessari per fermare una operazione edilizia che rischia di sfigurare questo angolo di città». Queste le argomentazioni di Viviana Delli Zotti contro il progetto «Ansitz Weggenstein» che fa riferimento a Heinrich Oberrauch e riportate nel ricorso alla Provincia: «È un progetto incompatibile con questa zona, come ha attestato il Tar. Un palazzo di 5 piani, più 3 piani sotto terra, con un fronte di 45 metri in una zona come via Weggenstein. Certamente per gli investitori è un business imperdibile: 10 mila metri cubi residenziali in una zona in cui si vende a 10 mila euro al metro quadrato. Ma questo non basta per giustificare il comportamento del Comune, che torna a rilasciare una concessione edilizia in cui è ammessa una altezza di 15 metri, che poi tra l’altro diventano 17, mentre il Tar ha già sancito 10 metri come altezza massima ammissibile per il progetto in base alle normative urbanistiche previste per questa zona».

Un riassunto della vicenda. Nel giugno 2007 è stata rilasciata la prima concessione edilizia. L’anno successivo viene depositato il ricorso al Tar firmato dai confinanti Johann von Widmann Staffelfeld Ulmburg ed Eleonora Reinisch, che contestano cubatura e altezza. Il ricorso al Tar è contro il Comune, Oberrauch e la Ansitz Weggenstein Srl. Il 4 settembre 2009 il Tar accoglie il ricorso e annulla la concessione edilizia. Viene stabilito il principio dei 10 metri di altezza massima, rispetto ai 15 metri concessionati. Gli imprenditori presentano ricorso al Consiglio di Stato, ma poco dopo raggiungono un accordo con i confinanti. La Ansitz Srl presenta a quel punto nuova richiesta di concessione (5 piani, ma arretramento di 5 metri dal confine con von Widmann), che viene rilasciata il 29 marzo di quest’anno con condizioni. È contro questo atto che si è mossa Delli Zotti.

Nella concessione, segnalano Delli Zotti e Alberto Filippi (Movimento 5 stelle), si legge che «essa viene rilasciata sotto la condizione sospensiva del deposito presso il Comune della pronuncia del Consiglio di Stato. Ma la sentenza non arriverà mai, perché c’è stato un accordo tra le parti. Si cade poi nel ridicolo segnalando che non viene rispettata l’altezza massima, perché un vano scala raggiunge 17,70 metri». Accusa Filippi: «Se la concessione non è uno scandalo, come possiamo chiamarla? Il Comune rilascia la licenza, incassa 55 mila euro di oneri e timidamente fa presente che non è rispettata l’altezza massima?». L’assessore Chiara Pasquali anticipa: «Sono a conoscenza del nuovo ricorso e chiederò un approfondimento ai nostri avvocati».

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