Rifiuti al rione Marlengo: maxi o mini, no al centro

Oscar Duso, presidente del comitato di quartiere, mette in guardia sull’impianto «Creerà disagi agli abitanti della zona ma anche a tanti altri meranesi»


di Simone Facchini


MERANO. «Maxi o mini, quel centro di riciclo creerà solo disagi. Non solo a noi del quartiere, ma anche a tanti altri meranesi». Se qualcuno pensava che rione Marlengo cantasse vittoria per la rinuncia dell’Azienda municipalizzata a realizzare il maxicentro di rifiuti riciclabili (cartone, plastica, ingombranti etc.) nell’area ex Bosin, ridimensionando il progetto iniziale, si è sbagliato di grosso. Oscar Duso, presidente del comitato di quartiere, si era messo di traverso sin dall’inizio. E il fatto che i piani ora vengano ridotti - in principio si voleva traslocare per intero il maxicentro di Lana - non cambia la sostanza. Anche perché è da valutare quanto “mini” sarà il centro previsto da Asm, visto che la superficie a disposizione è di 3.800 metri quadrati. Non proprio un fazzoletto. «Odori, polvere e trambusto - commenta Duso - non ce li toglierà nessuno. Anche se di portata ridotta rispetto a quella prevista inizialmente, l’impianto apporterà solo svantaggi in termini di inquinamento ambientale e acustico a una zona che già ha i suoi bei problemi».

Il progetto comporterebbe nuove noie a rione Marlengo, dice dunque Duso. Ma non si tratta di un problema circoscritto al quartiere, perché gli effetti si potrebbero sentire anche sulle zone confinanti. Annunciando la realizzazione dell’impianto, infatti, Asm ha spiegato che potrebbero sparire alcune delle postazioni dei minicentri mobili di riciclo. Logica vuole che siano quelli più prossimi i primi a essere sacrificati. Come quello della stessa via Marlengo, naturalmente, oppure quelli di via Palade e rione Maria Assunta. «Un minicentro all’ex Bosin - continua Duso - unito alla soppressione dei punti mobili originerà un aumento del traffico lungo l’asse di via Marlengo che già deve sopportare colonne di veicoli quotidianamente. L’apertura dello svincolo che collegherà la MeBo alla stazione allevierà il peso del viavai, su questo siamo d’accordo. Ma così con una mano si rimedia e con l’altra si infierisce».

Il comitato adesso cercherà un confronto con l’amministrazione per individuare margini di manovra. Anche se non sembrano essercene molti.

«Il mio non è un attacco personale agli assessori competenti - conclude il presidente del comitato -, ma al metodo adottato per prendere le decisioni. La Municipalizzata non ha voluto ascoltare nessuna delle nostre ragioni. E se il problema dovesse essere solo quello della logistica, a causa dei costi che comporta dover trasferire tutti i giorni i mezzi dalla zona industriale di Lana a Merano, beh, alla ex Bosin allora si costruisca un deposito. Ma non un impianto per i rifiuti riclabili».

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