Riforma zoppa e pressioni, l’addio di Martha 

Stocker: «Torno a fare l’insegnante. La campagna elettorale sarebbe stata troppo pesante. Ho preferito chiarire subito»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Martha Stocker, combattente fiera, stavolta saluta tutti. Basta politica attiva nell’Svp e soprattutto basta Sanità. «Torno a fare l’insegnante, ho 64 anni, non potevo continuare così fino ai 70». Per l’assessora a Salute Lavoro e Sociale - che nelle ultime settimane ha perso il sonno per un’infinita serie di questioni - sono gli ultimi mesi di lavoro, poi basta. Ad ottobre le elezioni provinciali non la vedranno protagonista. I motivi? Infiniti. Quelli detti e non detti. Assessore perchè lascia? «Parliamoci chiaro, con le tensioni che pesano sulla Sanità sarebbe stata una campagna elettorale troppo pesante». E come mai lo comunica con questo anticipo? «L’Svp inizia a fare i nomi dei candidati, era un atto dovuto. Volevo e dovevo essere chiara». Si è sentita abbandonata? «Diciamo che qualche “Bezirk” mi avrebbe potuto anche dare un sostegno diverso». La “nostra” Sanità è un paziente acuto e il suo addio non aiuta... in fondo il timoniere sta mollando la barra. «Non è affatto così, nei mesi che mi restano lavorerò ancora meglio, con la tranquillità che avevo perso». E che dire della Riforma mancata o meglio “azzoppata”? Lei ne voleva una ben diversa. Voleva l’abolizione dei Comprensori ma l’Svp l’ha stoppata. «Sì, è vero, non ho fatto tutto quel che avrei voluto fare ma ho comunque fatto molto. E mi va riconosciuto perchè stiamo andando sul serio verso l’Asl unica». Questo dice Stocker. Poi c’è tutto il non detto, che è un mondo a parte. Partiamo dalle elezioni del prossimo autunno: per lei sarebbe stata una probabile batosta. Nel 2013 aveva raggranellato la bellezza di 21 mila 178 preferenze, 4.507 in più rispetto al 2008. Ma alle urne stavolta avrebbe trovato elettori molto meno generosi. E sapeva molto bene che avrebbe pagato per tutti. Innumerevoli le questioni spinose. Pensiamo a tutta la partita-migranti ed all’estrema difficoltà di farla digerire ai sindaci di periferia. Al taglio dei punti nascita di San Candido e Vipiteno con la popolazione che ha combattuto a suon di fiaccolate. E poi le liste d’attesa infinite. L’obbligo di vaccinazione con Andreas Pöder (Bürger Union) che ha raccolto 20 mila firme per darle addosso. Le tensioni e le pressioni con la Sanità privata per la scelta di abolire l’assistenza indiretta. Le liti continue che hanno comunque portato ad un nuovo contratto dei medici di medicina generale, le tensioni con gli ospedalieri per i contratti d’opera finiti in tribunale, le difficoltà per la carenza di medici, l’informatizzazione costata milioni che non si vede, gli scioperi degli infermieri e poi la vicenda del direttore dell’Asl Thomas Schael, scelto dalla stessa Stocker, che resta a tutt’oggi escluso (non si è ancora capito perchè) dall’albo nazionale dei candidati idonei alla poltrona di dirigenti Asl. Questione che ha messo in croce Stocker: «la mia commissione, quella provinciale, lo ha sempre giudicato idoneo ed io mi attengo a quanto dicono». Ma va anche detto che solo adesso che Stocker ha deciso di lasciare si aprono bocche che erano cucite che raccontano di continui, pesanti, dissapori tra direttore ed assessora. Lui più che preparato ma troppo decisionista. Lei tirata per la giacca dai “no” della politica con in mezzo la Sanità ad agonizzare. E così alla fine Stocker - facile bersaglio di beghe interne Svp - lasciata troppe volte dai colleghi di partito col cerino in mano «tanto c’è la Martha», restituisce il cerino e saluta. Le voci di corridoio dicono che il prossimo assessore a sedere sulla sua poltrona sarà Thomas Widmann. E poi la questione Schael. Il mandato del direttore scade nel 2020, starà al nuovo assessore riconfermarlo o meno. La Sanità sta in mezzo e langue.













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