Rimasto senza una pista, il Moto Team si scioglie

Dopo vent’anni lo storico presidente Michele Mastrocola ha gettato la spugna «Con il tracciato a Sinigo abbiamo prosperato, poi ce ne siamo dovuti andare»


di Simone Facchini


MERANO. Il Moto Team Merano ha gettato la spugna. Sfiancata da battaglie senza esito per riottenere un terreno dove realizzare una pista da cross sulla quale praticare l'attività, fosse quello di sempre in località Rabbiosi in mezzo ai frutteti tra Maia Bassa e Sinigo o un’area alternativa, l'associazione si è sciolta. Finiscono in soffitta i sogni degli appassionati di motocross di tornare a rombare su un circuito vicino a casa.

E si estingue l'appuntamento con la benedizione delle moto, manifestazione organizzata sin da fine anni Novanta dal club meranese e nelle ultime edizioni capace di aggregare al Prader la prima domenica di aprile oltre mille centauri festanti, Vespe e Harley assieme, scooter e moto da corsa fianco a fianco, nel nome di una comune passione.

Dopo vent'anni, Michele Mastrocola, anima e cuore del sodalizio presieduto dal primo all'ultimo giorno, ammaina la bandiera. Anzi, ci viene “costretto”, afferma con parole pregne dell'amarezza di una decisione sofferta: "È chiaro che per un sodalizio come il nostro la disponibilità di una pista dove allenarsi è vitale. Con il terreno che ci era stato concesso sin dal 1999 dalla Provincia in località Rabbiosi, per lungo tempo il Moto Team ha prosperato".

Il seme dell'infatuazione per le due ruote motorizzate e per le scorribande su circuiti tutti curve, dossi e salti è germinato e ha vitaminizzato il sodalizio di iscrizioni, "tanto che abbiamo toccato il picco di 137 tesserati e altre decine di associati si sono avvicendati, dai bambini di dodici anni fino ai veterani. Anche le ragazze si sono avvicinate al nostro sport. E tanti sono stati i successi sul piano agonistico: su tutti, con i nostri colori Alessandro Ruoso ha vinto la Coppa del Mondo Baja di motociclismo. Le vittorie e i podi nei campionati locali e del Triveneto non si contano. Siamo diventati un punto di riferimento del movimento regionale. Un'attività florida per il cui mantenimento mai è stato richiesto un contributo pubblico in denaro. La stessa realizzazione della pista è stata finanziata a spese proprie".

Poi, qualche anno fa, le cose si sono complicate. Su quel terreno la Provincia aveva previsto la costruzione del nuovo, faraonico poligono di tiro, progetto poi stralciato con il cambio della guardia a palazzo Widmann. È in questa fase che le carte in tavola per il Moto Team sono mutate, prima con l'ordine di liberare il campo, seguito dall'ipotesi di spostare l'attività su un terreno nelle vicinanze, di proprietà comunale, idea rivelatasi però impraticabile alla prova dei fatti per questioni urbanistiche.

Malgrado le molteplici esortazioni di Mastrocola, la vicenda è andata impaludandosi nei rimbalzi fra Comune e Provincia. Intanto, il Moto Team, e questo è il nodo, rimaneva senza pista, i piloti costretti per più stagioni a sobbarcarsi faticose e costose trasferte per allenarsi. In ultimo, è riaffiorata la possibilità di tornare sul terreno di sempre.

"Ma a caro prezzo, e comunque a condizioni insostenibili imposte dal Comune”, afferma Mastrocola. Già, perché nel frattempo la Provincia ha offerto l'area in zona Rabbiosi al Comune di Merano per un canone di concessione annuo pari a 7.200 euro. "Richiesta girata a noi - prosegue l'ormai ex presidente del club - e per giunta a fronte dell'assegnazione di solo una parte di quel terreno, insufficiente per realizzare una pista da cross. Ci saremmo dovuti accollare un sacco di spese ordinarie e di ripristino, per di più con una spada di Damocle costantemente pendente, perché da un anno all'altro avrebbero potuto ritirare la concessione".

Eppure l'anno scorso la situazione era parsa rasserenarsi, grazie al voto del consiglio comunale che con una mozione impegnava la giunta a trovare per il crossodromo una soluzione. A nulla è valso il seguito di tentativi di Mastrocola, che ha bussato a più e più porte. Incassando tante promesse, che però non riempiono i serbatoi delle moto.

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