Rimborsi Sad: Schülmers chiede 2,7 milioni di euro

Corte dei conti, secondo il procuratore non vi sarebbero dubbi sul danno erariale I difensori: il rimborso è ammissibile, la legge esclude solo l’imposta sul reddito


di Susanna Petrone


BOLZANO. È agli sgoccioli il processo sul rimborso Irap (imposta regionale sulle attività poduttive) da parte della Provincia alla Sad: ieri il procuratore capo della Corte dei conti, Robert Schülmers e gli avvocati difensori hanno concluso le arringhe. Ora si attende il pronunciamento dei giudici.

Il processo riguarda il presunto danno erariale per tre milioni di euro legato all’esenzione dal pagamento dell’Irap (disposta negli anni dal 2004 al 2009) a favore della Sad, società privata concessionaria di servizi di trasporto pubblico. Come si ricorderà la citazione in giudizio davanti alla magistratura contabile ha raggiunto tredici esponenti della giunta provinciale dell’epoca, compreso allora presidente Luis Durnwalder oltre a cinque funzionari provinciali.

Durante l’udienza, dunque, il procuratore capo Schülmers ha ribadito le accuse e ha chiesto la restituzione di 2 milioni e 700 mila euro. La pensano diversamente, ovviamente, gli avvocati difensori, che uno dopo l’altro hanno esposto più o meno le stesse tesi.

Dal 2004 al 2009, dunque, la Provincia rimborsa varie spese alla Sad. Tra queste c’è anche l’Irap.

Giovanni Polonioli, avvocato difensore di uno dei funzionari, non ha dubbi: «La legge provinciale del 1985 definisce cosa sia ammissibile e cosa non lo sia». E aggiunge: «Esclude dal rimborso l’imposta sul reddito e l’imposta sul patrimonio. Come ben sappiamo, l’Irap non è nessuna delle due imposte».

Ma non finisce qui: i difensori citano la legge della Corte costituzionale numero 156 del 2001 e la normativa dell’Unione europea: «I giudici - prosegue Polonioli - hanno definito l’Irap un costo. Stiamo parlando di un costo normale, che la Sad ha dovuto affrontare. Una legge comunitaria spiega che un’attività come quella della Sad (e cioè un’azienda che si occupa di trasporto pubblico e quindi offre un servizio importante per la comunità) non è strano che vada in perdita. Offre - lo ripeto - un servizio socialmente utile e non può certo aumentare il costo del biglietto a suo piacimento per guadagnare. In considerazione di questo la normativa Ue prevede che i gestori abbiano diritto al rimborso di ogni tipo di costo da parte della Provincia».

Sempre i legali hanno ricordato che se gli amministratori non avessero rimborsato i tre milioni di Irap, la Sad sarebbe stata praticamente sempre in perdita. Presenti in aula i difensori Gerhard Brandstätter, Luciano Andrea Miori, Widmann, Giovanni Polonioli e Sara Carsaniga.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità