I costi

Rincari energetici, la Provincia accantona 50 milioni di euro 

Per sostenere pubblico e privato. I fondi usuali e gli aiuti nazionali non saranno sufficienti a coprire gli aumenti. Il governatore Kompatscher: «In arrivo nuove misure per le famiglie». Fondi statali per i lavori pubblici: «Pronti a presentare domanda»



BOLZANO. I rincari dell’energia pesano sull’Alto Adige, sui privati come sull’ente pubblico, e ora la Provincia tenta di correre ai ripari prima di un autunno e un inverno che si prevedono duri. Ritoccate le borse di studio universitarie, più finanziamenti ai Comuni per la refezione scolastica. Ma non basta. Oltre ad aver già stanziato decine di milioni di euro a inizio estate, si è deciso di accantonare nel fondo di riserva altri 50 milioni di euro. Per sostenere i servizi pubblici, i privati, le famiglie. Perché i (benvenuti) aiuti nazionali, si sa già, non saranno sufficienti.

La giunta l'altro giorno ha approvato nuovi finanziamenti agli studenti e alle mense. Ma per gli altri? Come chiarisce il presidente Arno Kompatscher, «tutti gli altoatesini sicuramente dovranno affrontare un autunno-inverno difficile per via dei rincari di energia e riscaldamento. In giunta abbiamo dibattuto a lungo su questo. Stiamo già lavorando, assieme all’assessora competente Waltraud Deeg, ad una proposta che verrà definita e presentata nelle prossime settimane». C’è necessità, va oltre il presidente, «di sostenere ulteriormente le famiglie e le persone singole che si trovano in difficoltà in questa fase, dove le spese per l’abitare sono molto aumentate».

L’aumento dei costi, prosegue Kompatscher, riguarda poi ovviamente anche tutti i servizi pubblici, non solo la scuola che inizierà a breve: «Riguarda tutta la vita delle persone, la vita privata come la mano pubblica, che ovviamente ha bisogno di energia per erogare i servizi, per riscaldare gli edifici, per fare tante altre cose». Gli aumenti da sostenere «sono stimati in 16 milioni in più per la sola sanità, più altri 20 milioni per la parte restante dei servizi pubblici».

La Provincia, entra in dettaglio il presidente, «ha stanziato questi soldi già con l'assestamento di bilancio; abbiamo utilizzato l’avanzo di amministrazione per mettere a disposizione queste somme, che sono il risultato di una prima ricognizione effettuata nel mese di giugno». Per cautela, prosegue Kompatscher, «abbiamo però accantonato altri 50 milioni nel fondo di riserva. Ciò è stato criticato da parte di qualcuno dell’opposizione: così tanto nel fondo di riserva? Ma lo abbiamo fatto perché siamo in un anno particolare».

Il fondo di riserva, spiega il governatore altoatesino, «verrà utilizzato per coprire eventuali spese ulteriori ed eventuali sostegni necessari anche ai Comuni, oltre a quelli già previsti dal governo». Questa volta, infatti, «anche i Comuni altoatesini possono partecipare, per il tramite della Provincia, a questo finanziamento straordinario che lo Stato eroga per i comuni proprio per sostenere queste spese». Si tratta di fondi straordinari, oltre ai finanziamenti ordinari, garantiti dalla fiscalità territoriale da parte della Provincia. «Ma forse ci potrà essere bisogno di ulteriori fondi, anche per fronteggiare gli aumenti per i cantieri, per le forniture, per tutte le opere in corso». Anche qui, chiarisce, si sono intraprese tutte le operazioni necessarie per chiedere l'accesso anche al fondo nazionale istituito ad hoc. «Noi - prosegue Kompatscher - sicuramente saremo tra le regioni pronte; a quanto sembra poche regioni hanno fatto tutto questo lavoro di ricognizione e quant'altro».

L'altro giorno la giunta ha constatato che su questo lavoro preparatorio la Provincia è a buon punto, un fatto fondamentale «perché il termine ultimo per caricare le domande sul sito internet nazionale è il 31 agosto, fra pochi giorni».

Ma forse, o anche senza forse, ci sarà bisogno di altre somme. «Per questo - conclude - in fase di assestamento di bilancio abbiamo accantonato i soldi per poter coprire le spese prevedendo pure un fondo di riserva piuttosto sostanzioso. Di solito a metà strada dell'anno si lasciano 8-10 milioni, quest’anno sono 50». DA.PA.













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