Rio Pusteria: coppia di turisti tedeschi uccisa dai fulmini in quota sul Picco della Croce

I cadaveri di due persone sono stati rinvenuti questa mattina nei pressi di Picco della Croce, 3.135 metri, sui monti di Fundres. Con ogni probabilità il decesso è stato causato da un fulmine



BRESSANONE. I cadaveri di due persone, un uomo e una donna, sono stati rinvenuti questa mattina nei pressi di Picco della Croce, 3.135 metri, sui monti di Fundres. Entrambi sono morti fulminati. Sul posto, in località Valles, sopra il comune di Rio Pusteria, sono intervenuti il soccorso alpino e l'elicottero Pelikan 2. Si tratta di una coppia di turisti germanici, partiti ieri per una gita ad alta quota ma non rientrati nell'albergo dove alloggiavano. Ieri sera, non risultavano denunce di scomparsa, per cui è probabile che i due si trovassero in Val d'Isarco insieme, senza altre persone.

Su tutto l'Alto Adige, in un'estate caratterizzata dal maltempo, si sono scaricati nelle scorse settimane migliaia di fulmini ed anche ieri, nel tardo pomeriggio, un violento temporale si è scatenato in parte della valle. I soccorritori giunti a quota tremila sul Picco della Croce in Adige hanno confermato che il decesso di entrambi è stato causato da un fulmine. Gli uomini del soccorso alpino hanno raccontato che entrambe le vittime avevano gli scarponi inceneriti.

Un medico che ha raggiunto il luogo della disgrazia ha detto di avere individuato sul capo dei due anche i segni dell' ingresso del fulmine. Si sta procedendo all'identificazione dei due sfortunati alpinisti. Nessuno aveva dato i due per dispersi. Si suppone perciò che abbiano trascorso la notte tra l'altroieri e ieri in una delle molte baite che sorgano in quota, e che poi ieri pomeriggio abbiano imboccato il sentiero relativamente facile che porta alla vetta approfittando di uno sprazzo di bel tempo in una giornata caratterizzata da forti turbolenze meteorologiche.

Secondo quanto hanno constatato i soccorritori giunti in vetta, i due sarebbero stati fulminati mentre tornavano a valle. Uno dei primi a raggiungere la zona a 3 mila metri sotto il Picco della Croce dove stamani sono state trovate le salme dei due escursionisti uccisi da un fulmine e' stato Raimund Seebacher del Soccorso alpino di Vandoies, paesino che si trova ad una ventina di chilometri dal luogo della disgrazia.

''L'allarme - ha detto Seebacher - e' arrivato per telefono al 118. E' stato un escursionista a chiamare con il cellulare, dicendo di avere scorto due persone prive di conoscenza ad un centinaio di metri dalla vetta. L'uomo ha detto di avere chiamato nella speranza che i due fossero ancora vivi, magari dopo avere perso conoscenza per i traumi dovuti alla caduta''. Quando pero' i soccorritori sono scesi dall'elicottero sul luogo dell'incidente, la dinamica e' apparsa subito chiara.

''I due - ha detto Seebacher - avevano gli scarponi bruciati dalla scarica elettrica del fulmine. Il medico che viaggiava assieme ai soccorritori sull'elicottero della Protezione civile altoatesina ha potuto constatare sul capo dei due i segni inequivocabili del punto nel quale e' entrata la scarica elettrica che li ha uccisi''. ''Dallo stato in cui si trovavano i corpi - ha detto Seebacher - abbiamo subito capito cosa era successo: i due, dopo essere stati colpiti dal fulmine, sono ancora precipitati, finendo sulle rocce sino al punto dove li abbiamo trovati''.

Nello zaino di uno dei due sfortunati escursionisti i soccorritori hanno trovato un biglietto aereo della Lufthansa, ma per i due tedeschi in vacanza il viaggio sui monti dell'Alto Adige e' stato di sola andata. Le salme sono state trasportate con l'elicottero piu' a valle e sono state composte nella cappella mortuaria dell'ospedale di Bressanone.

Sono tra 10 e 15 i decessi causati ogni anno in Italia dai fulmini, circa mille nel mondo. Ed è la montagna - dicono gli esperti - una delle zone a rischio per quanto riguarda i fulmini, insieme a spiagge, mare, campi aperti, alberi isolati. La maggior parte degli incidenti mortali è il risultato di un arresto cardio-respiratorio immediato che si può verificare per paralisi del centro respiratorio con arresto cardiaco secondario all'asfissia, per un arresto cardiaco seguito da un danno secondario del sistema nervoso centrale o per effetto contemporaneo della scarica elettrica su entrambi gli organi.













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