Ripulita la discarica al Virgolo

Un’ordinanza firmata dall’assessore Trincanato eseguita ieri dalle Ferrovie



BOLZANO. Piè di Virgolo si era trasformato ormai in una discarica a cielo aperto. Sacchetti letteralmente lanciati da auto in corsa, bottiglie e rifiuti vari si erano accumultati durante gli anni esasperando gli abitanti della zona di viale Trento che ripetutamente, all’inizio dell’anno, hanno avvertito Seab e il Comune.

Il pendio, però, è di proprietà delle Ferrovie e in quanto privato non può essere bonificato dalla Seab. È servita, dunque, un’ordinanza comunale per procedere alla pulizia che è stata effettuata ieri alle prime ore del mattino. A firmarla è stata l’assessore comunale all’ambiente Patrizia Trincanato. «Un atto dovuto che nei tempi amministrativi è stato rispettato da Rfi. Era necessario riportare alla pulizia tutto il sedime che costeggia i binari all’ombra del colle cittadino».

Le operazioni non hanno richiesto, come si temeva inizialmente, il blocco dei convogli in transito. I treni hanno continuato a viaggiare senza particolari problemi lungo la tratta. Ora, però, andrà avviata anche un’operazione di controllo di chi, selvaggiamente, utilizza lo spazio verde come area di conferimento abusivo.

I residenti della zona, per la verità, hanno puntato il dito contro la nuova raccolta istituita dal Comune a partire dal bidoncino. «Prima non succedeva tutto questo» il commento laconico di molti di loro. La scarpata, insomma, veniva salvata dai sacchetti abbandonati, nonostante un certo degrado che ormai impera sul Virgolo da moltissimi anni. La zona più critica, comunque, era quella in corrispondenza della serra Tononi dove si inerpica la stradina che da Piè di Virgolo porta fino alla chiesetta del Calvario. Non è nemmeno troppo semplice spingersi lassù con la macchina per abbandonare il proprio sacchetto, eppure lo hanno fatto in tanti. Soprattutto sfruttando le tante ore di buio durante l’inverno. Non è la prima volta, in ogni caso, che viene effettuata la pulizia. «Ne hanno fatte altre - spiegano altri residenti - ma dopo due settimane è tornato tutto, inesorabilmente, come prima. Sembra di combattere contro i mulini a vento». Stavolta si spera sia diverso, ma una contromisura efficace va trovata. (a.c.)

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