Rischio tumore, Bolzano ai vertici delle classifiche: colpa dell'inquinamento

Colpa dell'inquinamento. In Italia esistono 44 siti a rischio tumore tra i quali compare Bolzano. A mapparli è il progetto "Sentieri"



BOLZANO. Colpa dell'inquinamento. In Italia esistono 44 siti a rischio tumore tra i quali compare Bolzano. A mapparli è il progetto "Sentieri" (Studio epidemiologico dei territori e degli insediamenti esposti a rischio inquinamento) a cui ha lavorato l'Istituto superiore di sanità della sede di Roma dell'Oms e La Sapienza. Dati confermati in parte dall'Osservatorio epidemiologico provinciale che attribuisce a Bolzano per il 2009 il secondo tasso di prevalenza da neoplasie più alto dell'Alto Adige dopo Merano (vedi infografica in alto).

L'elenco completo dei 44 siti ne vede 15 al sud, 21 al nord e otto al centro con 5 milioni e mezzo di residenti a rischio. Cifre che fanno riflettere. Guido Mazzoleni - primario di Anatomia patologica al San Maurizio e responsabile del registro tumori dell'Alto Adige - invita ad evitare facili allarmismi.

«Quando parliamo di alta incidenza di tumori collegabili all'inquinamento e parliamo di Bolzano la connessione immediata che si fa è quella che tira in ballo A22 ed inceneritore. Ma vorrei dire che non abbiamo in mano dati che possano confermare eventuali rischi anche perché il registro tumori è fermo al 2005 con aggiornamenti al 2007, anzi ne approfitto per chiedere alla Provincia se ci dà una mano per migliorarne l'efficacia. Non mi meraviglio però che Bolzano possa avere più neoplasie rispetto al resto dell'Alto Adige perché questa è - ovunque - la differenza tra città e campagna». I tumori costituiscono comunque in tutto l'Alto Adige la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari.

«Tra i maschi - precisa Mazzoleni - è più frequente il tumore alla prostata (25% dei casi), seguito da colon-retto (12%), polmone (9%), vescica (9%) e stomaco (5%). Nelle femmine, il tumore della mammella (27% dei casi) è al primo posto tra tutte le neoplasie, seguito dal tumore del colon-retto (12), dello stomaco (5,6%), dai melanomi (5%) e dal tumore del polmone che purtroppo è in costante ascesa». A proposito di tumore al polmone Giulio Donazzan, primario di Pneumologia all'ospedale ed il primario di Oncologia Claudio Graiff, ricordano come la neoplasia sia in continuo aumento e come le più colpite siano le donne: «Negli ultimi 10 anni l'incidenza di tumore al polmone tra la popolazione femminile è aumentata del 13%».

A proposito di cancro al seno - il più pericoloso per le altoatesine - Federico Martin - primario di Chirurgia al San Maurizio - precisa come ogni anno in Alto Adige si ammalino 350 donne, una al giorno. «Fare prevenzione corretta può salvare la vita». «Il dato è in leggera crescita - spiega Martin - ma non deve spaventare. Troviamo più tumori solo perché li individuiamo con i normali programmi di screening quando hanno ancora dimensioni ridottissime». Insomma meglio non affidarsi alla sorte anche perché il 60% dei tumori si evitano se presi in tempo e sottoporsi ad analisi mirate. Lei cosa consiglia? «Una mammografia all'anno alle donne tra i 50 ed i 70 anni ed una, prima dei 40, solo a chi rientra nelle categorie a rischio per familiarità, perché la mamma o la sorella hanno avuto a loro volta un tumore al seno».

Tra i tumori femminili vanno monitorati anche quelli della cervice uterina, dell'ovaio e dell'endometrio.
Sergio Messini - primario di Ginecologia al San Maurizio - ricorda come ogni anno in Alto Adige 100 nuove donne si ammalino e come la prevenzione sia importante. «Non mi stancherò mai di ripetere che per salvarsi la vita bisogna fare prevenzione corretta, andare subito dal medico quando qualcosa non va e sottoporsi ogni anno al pap test. Continuo a consigliare alle giovanissime il vaccino contro il papilloma virus, ma vedo parecchia resistenza nelle famiglie che lo vivono come un tabù, una sorta di malinteso via libera all'attività sessuale. Mi spiace ma le mamme non capiscono che il vaccino elimina del 90% la possibilità futura di sviluppare un tumore al collo dell'utero».
Da combattere anche il cancro al colon.

Mazzoleni ricorda come sarebbe importante avviare uno screening contro il cancro all'intestino che conta, in Alto Adige, 350 nuovi casi l'anno. «Possiamo sensibilizzare la popolazione a rischio, sopra i cinquant'anni, a sottoporsi ad analisi delle feci o ad una colonscopia ma certo lo screening con la lettera che ti arriva a casa e ti invita alle analisi resta la soluzione migliore. So per certo che l'assessorato si sta dando da fare in questo senso ma devo anche dire che siamo arrivati buoni ultimi».

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