Ritardi sul centro disabili, pioggia di interrogazioni

Urzì: situazione pesantissima per chi è costretto da anni a stare ai Bagni di Zolfo. L’appello: «La Provincia rinunci ad altri progetti». Martedì il caso in consiglio


di Davide Pasquali


BOLZANO. Non più a settembre 2013, bensì tre anni dopo, nel 2016. Ennesimo, pesante rinvio per l’apertura del rinnovando centro disabili di via Fago. Con la conseguente apartheid dei diversamente abili nella sede dei Bagni di Zolfo, nata come provvisoria e temporanea, ma diventata permanente. Pesanti gli attacchi di Fli, Psi e Sel.

«Si fatica a capire quali siano per la politica le priorità», commenta il consigliere comunale Psi Claudio Della Ratta. «Priorità che dovrebbero essere rappresentate in primis dal cercare di dare risposte ai più deboli». Come si fa, prosegue, a pensare «di posticipare l’apertura del centro disabili di via Fago, principalmente per rinviare l’investimento su impiantistica e arredi?». Della Ratta definisce tutto ciò «assurdo e demenziale». Si è capaci di spendere, solo per citare un esempio, oltre 26 milioni di euro, senza considerare gli ingenti costi di gestione, per scatole vuote come il “Museion”, «che può accogliere solo l’interesse di una parte largamente minoritaria della popolazione (quella che riesce a capire cosa si stia esponendo), e con sufficienza si evitano investimenti attesi da cittadini indifesi e con reali problemi». Il consigliere capisce si stia cercando di risparmiare il più possibile, considerati i tagli subiti, «ma in questo caso mi sembra si stia rasentando il ridicolo. Peccato non via sia nulla da ridere». Il Comune, commenta invece il consigliere Sel Guido Margheri, «dopo il taglio completo degli investimenti infrastrutturali, la beffa del Metrobus, il rinvio del completamento dell'Ospedale, il taglieggiamento dei servizi sociali e delle istituzioni culturali, non può e non deve accettare una manifesta violazione dei criteri di equità, imparzialità ed efficienza della pubblica amministrazione sanciti dallo statuto di autonomia. Si vuol scaricare il peso della crisi e i pesanti oneri finanziari causati dagli scandali provinciali sulle fasce più deboli della popolazione e su alcuni territori. Lunedì porterò la questione in Commissione politiche sociali e martedì chiederò una discussione urgente in Consiglio».

Durissimo anche il consigliere provinciale Fli Alessandro Urzì: «Si tratta di una doccia gelata per tutta la numerosa comunità di persone che da anni è stata “esiliata” in una struttura concepita per usi del tutto diversi, alberghieri, a Bagni di Zolfo». La soluzione era stata prospettata come provvisoria, per garantire lo svolgimento dei lavori in via Fago, «ed era stata accolta dal primo momento con grande disagio, considerando anche la posizione decentrata del centro, le difficoltà di accesso per molti genitori dei disabili, alcuni anche in età avanzata, per le difficoltà di garantire gli spostamenti dei malati presso i laboratori e gli studi sanitari sparsi in città, ma era stata infine subita con l’aspettativa di una soluzione definitiva a breve».

Per questi motivi Urzì ha presentato una interrogazione urgente agli assessori provinciali Theiner e Mussner, per avere lumi su due aspetti: «Quali siano le ragioni dei ritardi nella consegna dei lavori ora annunciata e se non si intenda destinare immediatamente a questa opera risorse destinate ad altri interventi di minore urgenza e impatto sociale; e poi come si possa tollerare la situazione logisticamente innaturale e disagevole del perdurante collocamento delle persone con disabilità presso la struttura di Bagni di Zolfo».

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