Rogo all’inceneritore, paura per i fumi

L’incendio all’alba causato da una scintilla nel trituratore, focolai nella vasca di raccolta. Ma l’Appa esclude pericoli


di Alan Conti


BOLZANO. È bastata una scintilla per scatenare le fiamme all'interno del nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud. Ieri mattina alle 5.18 è partito l'allarme della stazione dei vigili del fuoco: a lanciarlo è stato il personale addetto all’inceneritore provinciale. Un incendio, per la seconda volta con innesco all’interno del trituratore che precede la combustione. Qui le lame «incontrano» facilmente i metalli dei rifiuti ingombranti che vengono sminuzzati.

Una possibilità tutt’altro che remota per un termovalorizzatore con l’impianto di triturazione esterno, non fosse che nella struttura del capoluogo il trituratore è collegato direttamente alla fossa che convoglia anche gli altri rifiuti attraverso la tramoggia. Un’area tecnicamente chiamata anche bunker. Il focolaio dell’incendio, quindi, si è rapidamente esteso alla vasca che raccoglie tutti i rifiuti lavorati, residui plastici compresi.

«Si tratta di un vano che possiamo tranquillamente allagare totalmente in ogni momento – spiega il direttore della struttura Marco Palmitano - ma ieri mattina abbiamo preferito affidarci ai pompieri per cercare di individuare nel dettaglio il fuoco e spegnerlo utilizzando degli idranti. Questo meccanismo ci permette di non fermare l'attività dell'impianto per diversi giorni. In caso contrario avremmo dovuto espletare tutte le operazioni di riassetto, controllo e pulizia che, inevitabilmente, fermano l'operatività. Ci sarebbero voluti almeno quattro giorni». L’inceneritore, invece, è stato riacceso già nel pomeriggio di ieri e gran merito di questo va dato alle squadre dei vigili del fuoco che hanno scelto la procedura migliore per rimuovere i fumi (vedi scheda a fianco)».

L'area dove si tritura, invece, è dotata di un sistema di nebulizzazione che spegne tutte le scintille prima di arrivare alla fossa, ma evidentemente non riesce a fermare quelle più grandi.

È la seconda volta in un anno che dal termovalorizzatore viene chiesto l'intervento dei vigili del fuoco per un intoppo simile.

L'incendio ha generato una notevole quantità di fumo che si è velocemente propagata a Bolzano Sud ma anche in Bassa Atesina preoccupando non poco i residenti. Il rogo, però, ha interessato solo rifiuti provenienti da utenze domestiche. Gli operatori dell'agenzia provinciale per l'ambiente si sono subito messi al lavoro per rilevare i valori dell'aria (anche all’altezza del camino) e garantire la massima sicurezza. Il comando dei vigili del fuoco, in ogni caso, ha consigliato di tenere le finestre chiuse per evitare cattivi odori. «I rilevamenti effettuati sul camino – scrive l'Appa – confermano che i valori di soglia non sono stati superati. Lo stesso dicasi per le cabine di rilevamento dislocate nel quartiere bolzanino di Casanova e a Laives». L'inversione termica, poi, di certo non ha aiutato. «Il basso livello – conferma l'Appa – ha favorito il formarsi di alcune nubi. Le procedure eseguite sono quelle previste dal protocollo e le schiume utilizzate per spegnere l'incendio possono provocare fumi innocui sia per la salute sia per l'ambiente».

L'incidente, ovviamente, non è passato inosservato in Comune e a stretto giro di posta saranno programmati alcuni incontri tra il commissario vicario Francesca De Carlini, responsabile per le tematiche ambientali, e i responsabili di EcoCenter e Provincia.

Piazza Municipio vuole capire se il rogo al termovalorizzatore sia in qualche modo riconducibile al conferimento di rifiuti provenienti da altri Comuni. Bolzano non è disposta a rischiare nulla dopo aver avviato un’importante riforma della raccolta in tutta la città. Non solo, il vertice sarà anche l'occasione per capire bene la filiera che riguarda proprio i rifiuti di altri Comuni che, spesso, non sono pre-trattati come quelli del capoluogo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità