Sopralluogo al Carducci

Roncat: «Le aule bastano Il liceo usi i laboratori»

BOLZANO. Liceo Carducci, per quest’anno la questione aule è risolta e la scuola, costata 20 milioni di euro e inaugurata nel 2013, non dovrà cercare altro spazio all’interno del prefabbricato che si...



BOLZANO. Liceo Carducci, per quest’anno la questione aule è risolta e la scuola, costata 20 milioni di euro e inaugurata nel 2013, non dovrà cercare altro spazio all’interno del prefabbricato che si trova nel cortile delle ex Pascoli. Lo spiega Renzo Roncat, direttore di Ripartizione della Sovrintendenza.

«La questione è risolta. Mercoledì mattina, il preside del liceo, Andrea Pedevilla ed io ci siamo dati appuntamento al Carducci per un sopralluogo. Volevo rendermi conto di persona - con il numero esatto degli studenti in mano - se esisteva la concreta necessità di utilizzare la ben nota “casetta”». L’Istituto - continua Roncat - ospiterà quest’anno 763 alunni che saranno distribuiti in 36 classi.

«L’edificio offre all’istituzione scolastica, per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi didattici, una vasta gamma di opzioni che secondo me non sono state tutte ancora pienamente utilizzate».

Come dire che gli spazi ci sono, basta riconvertirli.

«Per fare un esempio al primo piano sotterraneo il Carducci dispone di due ampi laboratori dotati di pc e lavagne multimediali che risultano ampiamente sottoutilizzati. Dal sopralluogo è emerso poi come una semplice riorganizzazione e razionalizzazione interna degli spazi consenta non solo di ospitare le 36 classi in altrettante aule dotate di tutte le più moderne tecnologie ma anche di preservare la piena fruibilità di un laboratorio di scienze e tre ampi laboratori polifunzionali attrezzati anche in questo caso con pc e lavagne multimediali. Nel corso del sopralluogo con Pedevilla - continua il direttore di Ripartizione - sono emerse le enormi possibilità di innovazione didattica che la nuova struttura offre, il problema reale che si pone non è dunque quello degli spazi ma semmai quello del pieno utilizzo di tutte le opportunità esistenti».

L’edificio - conclude Roncat - non è nato vecchio, è all’avanguardia nell’estetica, negli spazi, nelle dotazioni, bisogna quindi fare in modo che il suo uso sia all’altezza della sfida di innovazione culturale che la struttura pretende.













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