«Sì all’adunata, prova di democrazia»

Pichler Rolle sfida Durni: «Alpini e Hofer nessuna contrapposizione. Siamo maturi»



BOLZANO. Adunata alpini a Bolzano nel maggio 2009, «pericolosamente» vicina alle celebrazioni per i 200 anni della lotta guidata da Andreas Hofer contro Napoleone? Il comandante degli Schützen Paul Bacher ha un solo aggettivo per questa ipotesi: «Una provocazione». E non parla solo di maggio: «Direi che tutto quell’anno sarà molto delicato». Non c’è da stupirsi allora che il presidente provinciale Luis Durnwalder non abbia ancora dato il via libera all’ipotesi di adunata nazionale delle Penne nere. Ma dall’Obmann Svp e vicesindaco Elmar Pichler Rolle arriva una sfida: «Certo non possiamo pensare a due manifestazioni così nella medesima domenica, ma di tutto il resto possiamo discutere: sarebbe una bella prova di maturità».

An protesta: «Ingiustificabile chiedere agli alpini di rinunciare all’adunata per lasciare il campo agli Schützen». Già si rischia il caso diplomatico, ma Bolzano è solo candidata all’adunata nazionale 2009. Solo a settembre si conoscerà il vincitore tra Bolzano, Latina e Piacenza. Il via libera della Provincia è essenziale e Luis Durnwalder ci sta pensando. Pensando molto. Il problema è che gli alpini da 60 anni non hanno un’adunata a Bolzano, ci stanno provando dall’epoca Salghetti e non è mai stata una passeggiata. Figuriamoci nel 2009, l’anno hoferiano. Figuriamoci a maggio. L’adunata alpini cadrà il 16-17 maggio, il 25 e 29 maggio 1809 si tennero le battaglie del colle di Bergisel, eventi cruciali dell’offensiva guidata da Andreas Hofer contro le truppe franco-bavaresi.

Al comandante degli Schützen Paul Bacher la proposta dell’Ana sembra «una provocazione e non solo per maggio. Tutto il 2009 sarebbe un anno delicato. Non voglio dire di più, perché prima devo informarmi e discuterne al nostro interno». Anche Luis Durnwalder, che non fa nulla per nascondere la freddezza, ha già detto al sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli «dobbiamo parlare di questa cosa». I problemi sono di due ordini diversi. Il primo logistico, non indifferente: l’adunata alpini, con i suoi 400 mila visitatori, monopolizza qualsiasi città in cui viene ospitata.

L’altro problema è stato accennato dallo stesso Durnwalder: «Dobbiamo evitare contrapposizioni». Il presidente provinciale dell’Ana Ferdinando Scafariello offre la propria versione: «Possono creare imbarazzo il tricolore, i cori, ma non dobbiamo dare troppo peso a questi sentimenti, altrimenti non usciremo mai dalle contrapposizioni. Gli alpini non si fanno strumentalizzare politicamente, a Bolzano ci comporteremmo come in qualsiasi altra città che abbia ospitato le adunate». A chi li conosce, può fare sorridere che diano preoccupazioni etnico-politiche gli alpini, prevalentemente con i capelli bianchi, in prima linea nel volontariato, nella protezione civile e, quando occorre, nella preparazione di minestroni.

Rispetto e moderazione. Su queste basi, se condivise da tutti, secondo Elmar Pichler Rolle si può pensare a un 2009 con entrambi gli eventi. Anzi, «sarebbe una bella prova di maturità e democrazia. Entrambi i gruppi devono avere il tatto di non esagerare, dovrebbero affrontare le manifestazioni con il rispetto dovuto a una terra particolare. Ma certamente possiamo farcela, studiando i tempi. Immagino che quella degli alpini possa essere tranquillamente una festa, così come le celebrazioni di Andreas Hofer saranno un momento patriottico». Nel gennaio di quest’anno il sindaco Luigi Spagnolli ha inviato una lettera a Scafariello. Il presidente Ana la porta con sé nella borsa 24 ore e quando serve la rilegge: «Egregio presidente sono felice di comunicare a te e per tuo tramite a tutti gli amici dell’Ana dell’Alto Adige che la giunta comunale ha approvato la richiesta di sostegno alla candidatura di Bolzano per l’adunata nazionale degli alpini del 2009».

Alessandro Urzì, presidente di An, accusa: «E’ ingiustificabile ogni tipo di considerazione che miri a trasmettere l’inopportunità dell’adunata alpina a Bolzano e della necessità di una sua eventuale subordinazione ai tempi e alle forme dell’organizzazione della manifestazione pantirolese». Di fronte alla cautela di Durnwalder, Urzì ricorda un precedente, quando «l’allora presidente Magnago si oppose a una candidatura di Bolzano dicendo “i tempi non sono maturi”». Siamo ancora lì, protesta An, «in una provincia in cui le tradizioni devono rispettare ordini di precedenza». Toni bassi è l’appello, come il vicesindaco, di Guido Margheri (Ds): «Con un tavolo di confronto si possono organizzare entrambe le cose, purché siano momenti di festa e non di contrapposizione. Stiamo attenti a non entrare nel meccanismo per cui ci sarà tensione, qualsiasi sarà la decisione. Gli alpini non vanno strumentalizzati, le celebrazioni di Hofer è opportuno che si svolgano con uno spirito di riconciliazione».













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