Salorno, graduatorie Ipes con decine di immigrati

Per il sindaco sono gli effetti distorsivi del ricongiungimento: locali scavalcati Giacomozzi: «Non daremo nuove aree: molti stranieri sono qui solo di passaggio»


di Massimiliano Bona


SALORNO. Scorrendo l'elenco delle graduatorie Ipes, pubblicate tanto a Salorno quanto ad Egna, l'emergenza appare chiara. Ci sono decine di stranieri, non comunitari, in attesa di avere un alloggio sociale. Il caso è clamoroso soprattutto a Salorno (21% di immigrati residenti) dove anche nelle liste riservate a cittadini italiani e tedeschi, che hanno diritto per legge ad una quota di alloggi maggiore rispetto agli stranieri, ci sono diversi extracomunitari di nuova generazione, diventati italiani a tutti gli effetti, «che scavalcano anche parecchi autoctoni», commenta il sindaco Giorgio Giacomozzi. Nessun dubbio sullo stato di bisogno perché ci sono moltissimi richiedenti con più di 25 punti, la soglia considerata "di attenzione" anche dall’Ipes, e soprattutto famiglie numerose con sei, sette o persino otto persone in lista d'attesa per avere un appartamento più grande. L'emergenza è evidente, come detto, soprattutto a Salorno dove la giunta ha deciso di non prevedere nuovi terreni da destinare alla costruzione di alloggi. «Non si può pensare di risolvere la questione a Salorno come in val Pusteria», spiega Giacomozzi. Lo stesso primo cittadino sottolinea come, ogni anno, in paese ci sia un forte turnover di immigrati. «Siamo nell’ordine di 180 persone ogni 12 mesi. Un anno ci sono, entrano nelle graduatorie Ipes, e due anni più tardi migrano altrove. È impensabile costruire con questi presupposti».

Se da un lato la legge (nazionale) ammette che una famiglia numerosa viva in spazi angusti la normativa altoatesina impone standard qualitativamente più elevati. «La conseguenza - commenta Giacomozzi - è che chi fa domanda in Alto Adige, dopo un ricongiungimento familiare, balza subito in vetta alle graduatorie Ipes». Nessuno lo dice apertamente ma a Salorno sono convinti che ci sia una sorta di “effetto distorsivo”, con conseguenze non da poco sulla pianificazione degli alloggi. «Ne avevo parlato più volte anche con Durnwalder. Ma la situazione non è cambiata».

Molti i casi limite: la famiglia Hammichi ha 30 punti e sei persone, la famiglia Maxboul 27 punti e 6 persone, i Khadir sono sette e hanno 25 punti. In un’altra lista, sempre a Salorno, ci sono i Mirza (7 persone) con 33 punti, i Mohammad con 32 (e sono addirittura 8). I cittadini di madrelingua italiana e tedesca ad aver fatto domanda sono, in proporzione, davvero pochi e non hanno raggiunto gli stessi punteggi. L’impressione è che, almeno per ora, Salorno non si attiverà. Resta da capire se lo farà l’Ipes. Il problema esiste e temporeggiare non aiuta certo a risolverlo.

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